– Quanto più s’infiammano cronaca e politica, tanto più torrido ed infuocato risulta il clima. Al bollore solare del giorno corrisponde il tepore siderale della notte per un salvifico ristoro. Ecco, dunque, il firmamento delle riflessioni con la nostalgia di quegli anni, del 1977, di quello scadenzare, di quei messaggi pieni di significati, di suggestioni e stimoli a pensare positivo, confidando nelle nobili origini, perché figli delle stelle. Eppure eravamo incartati negli anni di piombo, avevamo alle spalle la crisi petrolifera, ma di fronte la tragedia di Moro e poi, a seguire, l’illusione di avercela fatta, con il soprassalto socialista di Craxi, ultimo segnale di vitale dignità per il Paese, poi iugulato con bieco premeditato cinismo, mentre ancora cadevano i pezzi autografati del Muro a Berlino, 1989. Ecco, quindi, che il “cornuti e mazziati” che ci rintrona nelle orecchie con la notizia del sequestro del nostro peschereccio da libici a bordo di motovedetta gentilmente da noi fornita, piuttosto che l’ennesimo incendio “anarchico” della centralina elettrica sull’alta velocità a Firenze o l’enciclopedico sciopero suicida dei trasporti nel momento topico della mobilità turistica non ci meravigliano, anzi ci confortano nella certezza che tutto quel che valutiamo, non è altro che la conseguenza di essere appunto – nel bene e nel male – italici figli delle stelle. Dovremmo trovare in fondo al nostro cuore quel sentimento sempre ricacciato indietro, ma latente, ovvero l’onestà della ragione, quella intellettuale, per raccontarla tutta almeno a noi stessi. La TAV ? Un buco in più per rendere più veloci i collegamenti del Nord… Piuttosto, quanti vecchi inutili buchi dovremmo richiudere lungo lo Stivale rugoso e bozzuto, mal servito e usurato? Perché non porre seriamente il problema delle infrastrutture e in particolare delle ferrovie nel Sud e nelle Isole, orfane dei Borbone, che bene avevano iniziato con la Napoli – Portici nell’ottobre 1839? Perché non rivoluzionare la nostra economia, puntando con investimenti senza pregiudizi e patologie conseguenti, sullo sviluppo esponenziale attraverso il turismo, in sinergia con agricoltura e ambiente, che ripropongano il nostro Meridione e le nostre Isole come locomotive e non vagoni al traino del Paese ? E i bambini rubati? Non dobbiamo essere ipocriti, perché c’è stato, c’è di peggio e bisogna andare oltre, ovvero rintracciare anche le decine di migliaia di minori immigrati alla rinfusa negli ultimi vent’anni e spariti nel nulla, quelli vittime di pedofilia o parcheggiati come pacchi in asili nido senza qualità, piuttosto che costretti nel lerciume e alla tribale mendicanza, mentre la scuola, spesso fatiscente e contaminata dall’amianto non li preserva dalla iniziazione al bullismo, al fumo ed alle droghe, mentre si segna il passo sul recupero dello sport e degli insegnanti, discettando su questioni di territorio. Nella certezza che si sia figli delle stelle non possiamo dubitarne, ma le stelle si sa sono milioni di milioni, anzi miliardi di miliardi e non tutte voglion dire qualità… Come le stelle noi
Soli nella notte ci incontriamo
Come due stelle noi
Silenziosamente insieme
Ci sentiamo
Non c’è tempo di fermare
Questa corsa senza fine
Che ci sta portando via
E il vento spegnerà
Il fuoco che si accende
Quando sono in te, quando tu sei in me
Noi siamo figli delle stelle
Figli della notte che ci gira intorno
Noi siamo figli delle stelle
Non ci fermeremo mai per niente al mondo
Noi siamo figli delle stelle
Senza storia senza età eroi di un sogno
Noi stanotte figli delle stelle
Ci incontriamo per poi perderci nel tempo
Come due stelle noi
Riflessi sulle onde scivoliamo
Come due stelle noi
Avvolti dalle ombre noi ci amiamo
Io non cerco di cambiarti
So che non potrò fermarti
Tu per la tua strada vai
Addio ragazza ciao
Io non ti scorderò
Dovunque tu sarai
Dovunque io sarò
Noi siamo figli delle stelle
Figli della notte che ci gira intorno
Noi siamo figli delle stelle
Non ci fermeremo mai per niente al mondo
Noi siamo figli delle stelle
Senza storia senza età eroi di un sogno
Noi stanotte figli delle stelle
Ci incontriamo per poi perderci nel tempo
( 1977 – Sorrenti e Bettelli )