Ebbene sì, intendo per fenomeno proprio lui, Fidel Castro, che aveva avuto la capacità di confermare le teorie di Roberto Vacca e di fermare il tempo intorno a se, in tutta l’Isola di Cuba, ma anche per il resto del mondo che, in una logica di pesi e contrappesi legati alla interminabile guerra fredda, era riuscito, dal febbraio 1959, cacciato il dittatore Fulgencio Batista, a piazzarsi stabilmente all’Avana, come indiscusso “Lider Maximo” di una rivoluzione che ha avuto il potere di cristallizzare Cuba, nel bene e nel male. A partire dal 1953, in sei anni di guerriglia ed assalti cruenti si era determinata la svolta “barbuta” e il fermo macchina del tempo, naturalmente eliminati i casinò e la dulce vida, trasformando auto ed accessori in pezzi ed oggetti da collezione. Tutto sotto controllo per una società sobria ma felice, ma non proprio e non del tutto, perché quella apoteosi trionfale, che univa la figura di Fidel a quelle non meno carismatiche di Camilo Cienfuegos ed Ernesto “Che” Guevara, avrebbe avuto una svolta drammatica con la scomparsa davvero misteriosa del primo, proprio nell’ottobre del 1959 e poi del secondo, sempre nel mese di ottobre, ma del 1967, nella trappola boliviana. in cui cadde e fu trucidato. Io sono curioso e cerco sempre l’aspetto romantico delle vicende. Scavare nella storia della rivoluzione cubana, che tuttora perdura con l’ultimo dei capi, Raul, fratello di Fidel, Castro, mi affascina come quella caleidoscopica di Giuseppe Garibaldi e mi porta ad una riflessione banale, ma logica: se l’attesa di vita degli esuberanti Camilo ed Ernesto, amatissimi dal popolo, simboli universali, non si fosse risolta traumaticamente, come avvenuto, la storia di Cuba e del mondo, che ancora li piangono e li celebrano, sarebbe stata la stessa? Fidel – unico sopravvissuto dei tre “moschettieri” – è volato in Borea partendo dal proprio letto. Fidel ha di fatto firmato e fermato la storia, compresa quella degli “amatissimi” coprotagonisti Cenfuegos e Guevara. Sono certo che avremo occasione di parlarne ancora e che emergeranno molti altri “dettagli”, che ci hanno riguardato molto da vicino, come nel caso di Giangiacomo Feltrinelli, anche lui a Cuba nel 1964 e tragicamente immortalato nella mitologia rivoluzionaria, a Segrate, nel 1972 …
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