Soltanto chi è salito sul Mons Albanus (odierno Monte Cavo) ed ha osservato dall’alto il territorio che lo circonda sino al mar Tirreno, può comprendere perché proprio in questi luoghi sia nata la “madre di Roma”.
Iuppiter Latíarís (Giove Latino) elargiva il potere al díctator della Lega Latina, e continuerà a legittimare anche i consoli quando più tardi, con la sua ascesa, Roma assumerà la presidenza della celebrazione delle Feriae Latinae le feste in onore di questo dio.
Queste antiche celebrazioni in onore di Giove avevano un grande valore sociale e quando venivano indette tutti i popoli del Lazio deponevano le armi per salire in religioso silenzio, recando offerte, al tempio del dio sul Monte Albano.
Ma quando i Latini avevano trascurato la celebrazione dei riti lo storico Tito Livio riferisce che, tra il V e il IV sec. a.C., ci furono episodi di piogge di pietre che “come spessi chicchi di grandine” si erano abbattute sulla campagna romana.
La processione e lo svolgimento dei sacri riti erano dunque necessari.
I popoli del Lazio salivano lenti e silenziosi lungo il Clivus Albanus che aveva il suo inizio nella Valle di Ariccia, staccandosi da quel tracciato che nel 312 a.C. diverrà la Via Appia Antica. Percorrevano l’attuale corso Garibaldi attraversando l’acropoli dell’antica Aricía, per inoltrarsi poi, una volta lasciata la città, nel nemus Aricinum (bosco ariccino) e raggiungere la cima.
Ricordiamo che i promotori e ideatori dell’evento, l’Archeoclub Aricino Nemorense, la Legio Secunda Parthica Severiana e l’Associazone Tyrrhenum, associazioni che da anni organizzano eventi di spessore a carattere storico-archeologico in tutto il Lazio, indicono quest’anno la quinta edizione delle Feriae Latinae, patrocinata dal Comune di Rocca di Papa e dall’ente Parco Regionale dei Castelli Romani. La manifestazione è inserita nel progetto turistico “Vivi Rocca di Papa” e in quello di “Enjoy Castelli Romani” del Consorzio Bibliotecario e del Parco Regionale dei Castelli Romani.
La manifestazione si svolge in uno scenario di incomparabile bellezza paesaggistico-naturalistica e sul tracciato della Via Sacra. I riti e i culti antichi possono essere rievocati grazie al fatto che gli stessi luoghi sono ancora in parte preservati e costituiscono un vero e proprio teatro naturale in cui operare per valorizzare ambiente e vestigia del passato.
La rievocazione storica in costume romano si svolgerà domenica 28 maggio, a partire dalle ore 9.30, con le visite guidate lungo il percorso e con la celebrazione dei sacri riti a Giove, a cura delle associazioni di archeologia sperimentale e archeologiche.
Ci sarà spazio per antiche invocazioni a Giove e per una preghiera per la pace universale che stabilirà un legame ed una continuità con la situazione contemporanea. Le associazioni e i cittadini lanceranno poi le loro mozioni per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
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