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Europa sul rogo

Quando Prometeo rubò il fuoco agli dei per farne dono agli umani, si avviò quella perversa combinazione tra benefici e costi, il processo di una lenta progressiva, inesorabile distruzione del pianeta per via dello scatafascio tra gli elementi che lo compongono, appunto il fuoco, l’acqua, l’aria, la terra. La terribile catastrofe di cui è vittima adesso proprio la Grecia – madre culturale d’Europa – è illuminante sul motivo per cui gli dei punirono severamente l’irresponsabile gesto di Prometeo, incatenandolo e riducendolo a cibo per gli avvoltoi, quindi precipitandolo nel profondo buio del Tartaro. Qualcuno si chiederà cosa centra la mitologia con l’attività criminosa chiaramente orchestrata da orchi piromani, che hanno appiccato il fuoco contemporaneamente in quarantatrè punti diversi , distanti ma sinergici, atti con il giusto vento a stringere Atene in un mortale cerchio di fuoco, a trasformare per umani e vegetali il paradiso in inferno… Diciamo che, laddove la logica non quadra, ricorriamo a favole, metafore ed aforismi . In realtà, tutto questo, come per i terremoti e la litania ininterrotta dei naufragi, effetto delle peggiori forme di castigo, capita per via di cause certe ed ascrivibili, per via di delitti che vengono compiuti a monte, sempre dagli uomini. Oggi piangiamo per la Grecia, ieri e domani per l’Italia ma, al di là della solidarietà e dei soccorsi, ci vogliamo chiedere che fine hanno fatto le attività di prevenzione, una volta sicuramente più adeguate ed oggi ridotte all’osso per via dei brutali e miopi, usurari tagli economici e strutturali, che la Comunità Europea intima , anche brutalmente, ai paesi più a sud e più esposti ai problemi derivanti dalla propria natura e posizione geografica? Per quanto ci riguarda, sappiamo benissimo che la dolorosa soppressione della Guardia Forestale ci è stata imposta e che l’abbandono del territorio, con il conseguente inselvatichimento delle aree verdi, anche urbane, ci sta esponendo a possibili catastrofiche conseguenze ad ogni cambio di stagione, tra incendi, inondazioni e conseguente dissesto idrogeologico. Per concludere, come non chiederci che senso ha farci del male da soli, avviare a distruzione consapevole il nostro patrimonio naturale ed antropico, salvo piangere sul latte versato e subire costi molto più alti di quelli della prevenzione negata. Inoltre, un dubbio ci coglie: gli “europei” soffrono di un deficit d’intelligenza, sono afflitti da masochismo o ispirati al puro freddo cinismo economico?

Ruggero Alcanterini

Direttore responsabile de L’Eco del Litorale

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