30 anni per l’assassino Albanese che ha ucciso il mio amico Francesco Maria Pennacchi sul posto di lavoro, senza alcun motivo, con un agguato bestiale;l’assassino, Lorenc Prifti, appostato dietro lo spioncino della sua porta, contro chi era assolutamente pacifico e che aveva sottovalutato la sua pericolosità , dalla quale non si è potuto nemmeno difendere.
Il giorno 25 novembre 2016, a due giorni dall’anniversario della morte, siamo arrivati a giudizio: 30 anni . Non appena pronunciata questa parola, lo stomaco si è rilassato, le lacrime sono scese copiose, lo stress di questo anno in tensione, quasi a pregare le persone di stare vicine a chi ha subito questa tragedia. Ho chiuso molti rapporti e ne ho rivalutati altri, già dalla vicinanza e dai gesti che chi più, chi meno ha dimostrato sensibilità ed empatia.
Sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà. Grazie a tutte le persone che sono state vicine ad Isabella, Roberto e Pamela. Questo ergastolo che la madre e tutti noi abbiamo chiesto per un anno intero , non è stato possibile per il rito abbreviato richiesto. Quindi 30 anni erano il massimo che gli potessero dare. GIUSTIZIA E’ STATA FATTA(per quel che si poteva), UNA PENA ESEMPLARE E’ STATA DATA, UN INCUBO E’ FINITO MA ORA NE INIZIA UN ALTRO:LO SCONTRO CON LA REALTA’. Ma visto che un assassino ha dei diritti e degli sconti di pena, vorremmo sapere quali sconti ha Francesco?Quali sconti ha una madre che è condannata ad un ergastolo di dolore?
Tutti quelli che non ci hanno creduto possono rimanere comodamente in poltrona come hanno fatto fino ad oggi. Tutti noi che invece ci abbiamo creduto e siamo stati presenti, in eventi, tutti i mesi nelle messe di ricorrenza, fuori al tribunale , porteremo avanti altri progetti in nome di Francesco, perché non è retorica dire che lui ERA L’ESEMPIO per tutti noi, perché un ragazzo di 32 anni non fa ciò che ha fatto lui in una vita così breve.
Finalmente dopo quasi un anno anche la stampa nazionale e la televisione hanno dato parola alla famiglia , sono stati intervistati a Quinta Colonna, a Pomeriggio Cinque . Qualche giorno dopo l’udienza sono stati anche ricevuti e benedetti con la foto di Francesco, dal Papa, che ha detto che non esiste conforto per una tragedia così grande.
Il giorno dell’anniversario eravamo oltre 200 persone alla messa di ricorrenza , fatta presso un seminario in collina, circondati dal verde, con le canzoni che amava Francesco , un quadro con la sua foto; poi la sera abbiamo fatto volare tantissime lanterne dal giardino del suo ristorante in suo ricordo.
Maura Di Carlo
(Tratto dal numero XIV dell’Eco del Litorale)
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