– “Save the Children” stima che il dieci per cento dei bambini italiani viva in condizioni di povertà assoluta e con quell’aggettivo sottolinea anche la carenza educativa che di per se non dipenderebbe dal censo, ma dalla inadeguatezza delle agenzie educative, a partire da quelle istituzionali e in particolare dalla Scuola. Alla prima valutazione, per il Bel Paese che si crogiola tra podi e palchi dorati, da Jacobs ai Maneskin, si aggiunge quella autarchica della Università della Sapienza, che impietosamente fotografa la situazione per gli adolescenti ed i giovani, proiettati da adulti nel contesto sociale senza una adeguata preparazione ed orientamento sul lavoro, per un quarto rassegnati in partenza alla inedia e aggrappati ad ipotetici sostegni familiari, piuttosto che a redditi e bonus di stagione. Se aggiungiamo che il sostegno alle famiglie ed agli anziani e ai disabili grida vendetta, che le scuole materne sono pochi e inadeguate, che quelle “primarie” attendono coperture storiche, come l’educazione motoria e civica e sono prive del medico scolastico, tanto quanto il resto del sistema istruzione, arriviamo per forza di cose a questi risultati, che ci mantengono nella retroguardia europea, nonostante la capacità manifesta di essere i primi, volendolo. Dunque, adesso occorrerebbe una formidabile onestà intellettuale, per riconoscere lo status quo e coraggiosamente prendere decisioni di Governo funzionali alla cura necessaria, senza se e senza ma, tanto quanto occorrerebbe fare per salvare il Pianeta. Buttare via quattrini per mere ed illusorie iniziative a spot, parziali e illusorie, è assolutamente sbagliato. Bisognerebbe riconoscere che avevano ragione Francesco De Sanctis e Maria Montessori, piuttosto che Michael Young, perché l’alternativa al merito è ben peggiore ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Come scrivevo anni fa, di COP in COP, viziate come il resto dal concetto dominante della mediazione e del compromesso, del meno peggio in proiezione futura, arriveremo inesorabilmente al deserto …