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EDITORIALE DEL DIRETTORE – CELEBRAZIONI ED ELEZIONI

Di Ruggero Alcanterini

CELEBRAZIONI ED ELEZIONI – E’ tempo di sovraesposizioni mediatiche e dopo lo tsunami Maradona, capace di tutto e di più di non quanto sia poi capitato per l’assalto e la “breccia” di Capitol Hill e dello stesso insediamento di Biden in un tripudio di bandiere ed armati. Sulle sceneggiate parlamentari a supporto del “Conte Tris”, nonché dalla somministrazione quotidiana di news su vaccinati, tamponati, contagiati e vittime del COVID 19, adesso imperversa l’anniversario della scissione Comunista dal Partito Socialista, nel 1921, in competizione con l’ultima ora su “ndrangheta e politica”. La particolare attenzione riservata alla nascita del Partito Comunista Italiano, i toni e l’ampiezza degli approfondimenti dedicati sembravano suggerire qualcosa, che andasse oltre la mera annotazione storica, quasi si volesse sottolineare il vuoto concettuale ed ideale della polis attuale e la larvale sussistenza di forme partitiche in continua involuzione. Se così fosse, lo spunto dovrebbe suscitare ben altro dibattito. Diversamente, potrebbe essere stata colta l’occasione dell’anniversario per suonare la diana e rilasciare nell’aere l’ectoplasma di quel che fu un moto contestuale nell’estinta Internazionale Comunista , il Comintern o se preferite la Terza Internazionale ispirata da Lenin, che vedeva nei Riformisti italici, in Filippo Turati, un ostacolo da travolgere o aggirare. Lo strappo di allora, la scissione della fazione comunista dal Partito Socialista, determinò una lunga reazione a catena. Dalla dinamica turbinosa di quel diciassettesimo Congresso del PSI a Livorno, il Sol dell’Avvenire perse lucentezza e ruolo. Il Fascismo crebbe di peso, anche come riparo alla paura di chi temeva di fare la fine degli zaristi. Tutto sembra così lontano, eppure… Sulla storia di Bettino Craxi, morto appena 21 anni fa, a suggello di una fase drammatica di cui il Bel Paese continua a pagare dazio e pegno, qualche refolo di vento purificatore comincia ad alitare. Nel vuoto attuale, s’odono soltanto inutili pretestuosi schiamazzi, s’avverte come il problema principale da risolvere sia quello dei numeri per preservare Legislatura ed eletti, piuttosto che il Governo. A prescindere dalle idee, gli appelli volano verso presunti socialisti, liberali, europeisti e comunisti, affinché evocazioni e celebrazioni possano allontanare le elezioni.

 

 

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