Di Ruggero Alcanterini
Credo che sia giunto il momento di riflettere attentamente sugli aspetti sociali dell’attività sportiva, quando questa travalica la mera esigenza di attività fisica. Quando si va oltre e si condiziona la propria vita nel presente e nel futuro, non necessariamente come professionisti dello spettacolo sportivo, ma come atleti di livello impegnati prevalentemente nello sport, è giusto e opportuno porsi interrogativi che vanno oltre l’aspetto di genere, come nel caso del Convegno di Elmas, ma che si valutino tutte le forme di tutela che riguardino coloro che in un periodo anche relativamente breve mettono a rischio la qualità della propria vita. Sara Simeoni, altra colonna della nostra atletica, si è spesa anche in passato su queste tematiche. Io, per parte mia, ritengo che la vulnerabilità egli “sportivi” riguardi anche i tecnici e in particolare i dirigenti, che quasi sempre rischiano di pagare il prezzo della loro generosità, soprattutto quando sono spinti da pura passione e danno vita a forme di volontariato e mecenatismo non sempre compatibili con il loro status…
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