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ECO RIFLESSIONI DEL DIRETTORE – Ruggero Alcanterini – 24 FEBBRAIO 2015

Di Ruggero Alcanterini

 

 

Sono fautore di un Museo Mondiale dello Sport, che comprenda e faccia comprendere quanto il ruolo dell’Italia sia stato e sia fondamentale per la più diretta ed ampia conoscenza della storia dello sport e dei giochi, che ne hanno determinato l’evoluzione da duemila anni a questa parte. Quindi, oltre al Circo di Massenzio sull’Appia Antica (esempio di conservazione) e al Circo Massimo (imponente, ma spoglio) ad appena due anni dall’affidamento a gestione privata, disponiamo a Roma della esclusiva novità del recuperato Stadio di Domiziano, unico esempio di impianto in muratura destinato ai giochi atletici costruito al di fuori della Grecia, realizzato nell’area di Campo Marzio tra l’ 81 e il 96 d. C. dall’ultimo imperatore della dinastia dei Flavi. La parte scavata nel 1936 e resa fruibile per il pubblico poco più di un anno fa corrisponde alla curva, da cui accedevano fino a trentacinquemila spettatori ed è veramente suggestiva, oltre che essere attrezzata anche come area espositiva e per attività didattiche. I gestori, presentano già la struttura monumentale come “Testimonianza unica nella storia dello sport”… Credo che la simbiosi con le meraviglie “berniniane”, che adornano la sovrastante Piazza Navona, tra cui l’obelisco Agonale in granito rosso egizio, che reca in caratteri geroglifici il nome di Domiziano, tornato nella sede d’origine dopo essere stato posto nella spina del Circo dedicato al figlio Romolo dall’imperatore Massenzio , non possa altro che creare una occasione unica, irrinunciabile per i futuri visitatori del Museo dello Sport Italiano nella logica di un percorso, ripeto, nel tempo e nello spazio, attraverso le meraviglie, che man mano si potrebbero liberare per offrirle all’ammirazione del grande pubblico nazionale e internazionale. Nelle foto, Rodolfo Lanciani, straordinario e salvifico ottocentesco sovraintendente ai beni archeologici della Capitale, lo scavo del lato meridionale dello Stadio nel 1869, ricostruzione e realta’ supersiti della nostra bimillenaria identità sportiva.

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