Di Ruggero Alcanterini
L’EFFIMERO DELLA VITA, TRA PARADISO E INFERNO – Quanto c’è di effimero nella vita, se non proprio tutto? Ebbene sì, la conclusione per i virtuosi è semplicemente la stessa riservata agli sregolati, finanche ai peggiori, ai criminali senza limite. Anche e comunque in questo, come in altri aspetti dello scibile collegato al destino, all’ineluttabilità del fine vita, funziona la famosa livella adottata dal principe dei fantasiosi e dei fantasisti, Antonio de Curtis, in arte Totò. Ieri, con l’avvistamento delle loro sagome commiste al ghiaccio, sì è decretato il trapasso in Borea per gli ardimentosi Daniele Nardi e Tom Ballard, oggi, sono volati via i centocinquantasette passeggeri di un Boeing decollati da Addis Abeba, tra i quali l’archeologo e assessore alla cultura per la Sicilia, Sebastiano Tusa. Al contempo continuano a cadere e a salvarsi i foreign fighters dell’ISIS, come i volontari curdi in funzione americana. Buoni e cattivi di ieri, come di oggi. Insomma, c’è poco da discutere se non lavorare di penne, bulini e scalpelli per redarre damnatio memoriae e/o elegiaci epitaffi alla memoria, per uso e consumo dei viventi. Quando si dice “Fai del bene e scordati”, sicuramente non ci si riferisce all’anonimato, che nobilita il benefattore, ma al fatto che la memoria del gesto non sopravviverà comunque. E allora? Allora, allora, allora… allora ché? Diciamo che rimane lo spazio per chi crede e chi spera in un posto in paradiso, senza escludere la possibilità di andare all’inferno.
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