Di Ruggero Alcanterini
PAOLA ALCANTERINI – Nel profondo della notte e all’inizio del nuovo giorno, ignudo e incontaminato mi pervade il sentimento della solitudine, sino a vestirsi di melanconico dolore. Se per me Paola era naturalmente sorella, per gli altri era comunque sorella, a prescindere dal rapporto anagrafico, tanta era l’empatia e la stima, il rapporto di amicizia, che la legava al mondo che la circondava, dove sempre naturalmente prevalevano le problematiche sociali, anche quelle da lei stessa vissute , come fossero appunto quelle degli altri. Dunque, Paola, la mia sorellina unica, da settantaquattro anni semplicemente simbiotica con tutti coloro che ne condividevano la caratteriale temperanza, la stoicità e la dignità di portatrice di grave handicap. La non comune competenza di dirigente dello Stato , l’impegno senza limiti sul fronte delle diseguaglianze e delle pari opportunità , la presenza costante anche nel campo dello sport e del fair play, come cultura della salute e dell’integrazione , la promozione del superamento di ogni tipo di barriera, sia fisica che mentale, la sua innata umiltà e generosità, ne facevano da decenni un punto di riferimento per la famiglia e tra la gente, sia sul territorio, sia a livello nazionale e internazionale, stante il prezioso apporto per i Municipi di Roma, le Associazioni di volontariato sportivo e non solo, come l’AICS, il CNIFP e l’ANMIC, stante il suo pionieristico ruolo nelle relazioni culturali con paesi europei, sino alla Russia e per quelle economiche, fondamentali per i successivi sviluppi con la Cina, sempre come dirigente pubblico in diversi dicasteri, come quelli del Turismo , della Riforma Burocratica, del Bilancio, dell’Economia e della Finanza . Purtroppo, ieri, l’equilibrio tra la sua innata forza di volontà e la sua sofferta fragilità, sospinta da un ennesimo ed ultimo insulto alla salute, ha raggiunto il punto critico, quello del non ritorno, fatto di un franco incontro con il cognito e un fiducioso trapasso verso l’incognito, verso quella infinita pausa di riflessione, che Paola si è potuta concedere, senza disperazione , ma con la serenità e la dolcezza che hanno fatto da contrappunto all’intero suo percorso di vita . Infine, per lei, piccola grande sorella, un grazie dal profondo, un intenso abbraccio, un rigo di pianto, una carezza sulla gota e un tenero bacio sulla fronte, per sempre a suggello del suo esemplare, irripetibile, straordinario vissuto.
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