Di Ruggero Alcanterini
Con Andrea Milardi è volato via un altro pezzo pregiato dell’atletica leggera italiana, colonna portante della CARIRI Rieti. Da sempre sostengo che campioni si nasce e dirigenti di qualità pure. Per i dirigenti l’immaginario collettivo è minimamente coinvolto, specie se si tratta di sport povero o ancora peggio sociale. Eppure, la crescita della società civile e la promozione dello sport è passata e passa per certi personaggi straordinariamente portati a fare proseliti, a orientare gli altri e i particolare i giovani verso i valori certi, tra i quali la sana pratica sportiva. Uno per tutti, noto ma mai celebrato per quello che meritava e ancora merita, Bruno Zauli. Per le migliaia e migliaia e migliaia di altri l’oblio, salvo la gratitudine di coloro che li hanno conosciuti e beneficiato dei loro preziosi insegnamenti. Io porto sempre nel cuore Probo Zamagni, che mi convinse a trasferirmi armi e bagagli all’Associazione Italiana Circoli Sportivi nel novembre del 1962, un vero poeta della promozione sportiva. Ieri Milardi lo ha raggiunto in quel di Borea, ritrovando anche l’altro indimenticabile “buon maestro”, Renato Tammaro (nella foto con lui).
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