Di Ruggero Alcanterini
IL FAIR E IL PLAY DI MARVIN, SINO ALL’UTIMO COLPO – Funesta giunge la notizia della dipartita dell’uomo d’acciao, di Marvin Hagler, ultimo rappresentante romantico della nobile arte del pugilato. Un simbolo, ovvero colui che colpo su colpo aveva costruito la sua invincibilità e la sua figura di meraviglia del quadrato, di demolitore di miti , di indiscusso Campione del Mondo dei Medi dal 1980 al 1987, senza mai subire l’onta del tappeto. Così, improvvisamente, il colpo della domenica, quello che non perdona e non lo ha perdonato è giunto fulmineo al sessantaseiesimo gong della sua vita da spietato colpitore sul ring e perfetto gentleman nella vita. Hagler aveva lasciato la boxe dopo la sconfitta ai punti contro Leonard nel 1987, convinto che le regole non fossero più garantite. Era stato testimonial contro il bullismo ed era stato in visita anche alla Scuola Sauro Errico Pascoli di Secondigliano, appena tre anni fa. Questa dunque la regola del “Meraviglioso”, di chi le regole le può imporre, essendone ossequioso e credibile promotore.
Marvin Nathaniel Hagler (Newark, 23 maggio 1954 – New Hampshire, 13 marzo 2021) è stato un pugile e attore statunitense, Campione del Mondo dei pesi medi unanimemente riconosciuto dal 1980 al 1987. Era soprannominato dai suoi tifosi e ammiratori “The Marvelous” (in italiano il Meraviglioso). La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.
Hagler ERA NATO il 23 maggio 1954 a Newark nel New Jersey, dove era cresciuto con madre. A seguito delle sommosse accadute a Newark nell’estate del 1967, la famiglia di Hagler si era trasferita a Brockton (Massachusetts), città natale dell’altrettanto celebre peso massimo Rocky Marciano. Qui nel 1969 il giovane Marvinaveva conosciuto l’arte del pugilato presso la palestra dei fratelli Petronelli. Nel 1973 Hagler divenne il campione nazionale per la categoria 165 libbre con la vittoria su Terry Dobbs di Atlanta. In quell’occasione Hagler viene nominato il miglior pugile del torneo, vincendo quattro incontri, due dei quali per KO.
Nel 1973 passa al professionismo combattendo soprattutto nel Massachusetts e scalando rapidamente le classifiche. Per trovare avversari di livello, va a combattere contro i migliori pugili di Filadelfia, città con una grande tradizione per il pugilato negli Stati Uniti. Qui la carriera di Hagler ha un rallentamento a causa di due sconfitte ai punti contro Bobby Watts (il 13 gennaio 1976 allo Spectrum di Filadelfia) e contro Willie Monroe (il 9 marzo 1976 sempre allo Spectrum).
In questo periodo Hagler soffre vedendo pugili meno validi di lui avere occasioni di incontri validi per il titolo mondiale contro Carlos Monzón e Hugo Corro. Tuttavia queste momentanee difficoltà servono a fortificare il carattere del giovane Hagler, che vendica rapidamente le due sconfitte battendo per KO nelle rivincite sia Monroe sia Watts. Hagler diviene un idolo sia per gli appassionati del Massachusetts sia per quelli di Filadelfia e viene notato dal promoter Bob Arum con il quale firma un contratto.
Da questo momento Hagler diviene per alcuni anni il numero 1 nella classifica degli sfidanti per il titolo mondiale dei pesi medi senza avere l’occasione di combattere per il titolo.
Finalmente Hagler ha la sua occasione per il titolo mondiale dei pesi medi WBC e WBA e il 30 novembre 1979 incontra il campione Vito Antuofermo a Las Vegas. L’incontro diventa subito durissimo. Dopo 10 riprese Hagler conduce piuttosto nettamente ma, anziché finire l’avversario, si limita a gestire il match. Antuofermo ne approfitta per gettarsi coraggiosamente all’attacco nel tentativo di riaprire l’incontro. Alla fine la giuria emette un controverso verdetto di parità (141-145, 144-142, 143-143) che consente ad Antuofermo di mantenere la cintura di Campione del Mondo[1]. Dopo il match, Antuofermo fu costretto a sottoporsi a ben settanta punti di sutura per le ferite riportate]. L’incontro è dichiarato Sorpresa dell’anno 1979 dalla rivista specializzata Ring Magazine. Hagler deve ancora attendere per il titolo mondiale.
Alcuni mesi dopo Antuofermo perde il titolo con l’inglese Alan Minter. Hagler è il primo sfidante e sfida il campione in trasferta a Londra il 27 settembre 1980. Dopo avergli aperto una profonda ferita al sopracciglio già alla prima ripresa, lo statunitense batte il britannico per KOT al 3º round diventando così finalmente campione del mondo dei pesi medi per la WBC e la WBA.
Hagler difende il titolo in due incontri disputati al Garden di Boston contro il futuro campione dei supermedi Fulgencio Obelmejias (vittoria per KOT all’8º round) e contro l’ex-campione Vito Antuofermo. Il match termina con un verdetto in favore di Hagler per ferita al 5º round, quando il viso dell’italo-americano è divenuto una maschera di sangue].
Seguono altre vittoriose difese del titolo contro Mustafa Hamsho, William Lee, Obelmejias in una rivincita svoltasi a Sanremo in Italia, Tony Sibson]. Tutte vittorie ottenute per atterramenti prima del limite.
Il 27 maggio 1983 incontra Wilford Scypion e vince per KO alla 4ª ripresa nell’incontro inaugurale per l’attribuzione del titolo mondiale dei medi della nuova federazione IBF[7]. Hagler, pertanto, aggiunge al suo palmares una nuova cintura e continua ad essere l’unico campione del mondo dei pesi medi, possedendo le cinture di tutte le federazioni internazionali riconosciute (WBC, WBA, IBF).
Il 10 novembre 1983 presso il Caesars Palace di Las Vegas, Hagler incontra Roberto Durán, il celebre campione panamense soprannominato “Mani di pietra”. Durán è il primo sfidante al titolo di Hagler che riesce a concludere in piedi l’incontro dopo 15 round: Hagler mantiene il titolo con una vittoria ai punti con verdetto unanime sebbene di misura (144-142, 146-145, 144-143 i cartellini dei tre giudici). Anche se in evidente sovrappeso il pugile panamense fu l’unico dei 12 sfidanti a impensierire seriamente il Campione del Mondo dei medi. Hagler fu dichiarato Fighter of the year per il 1983 dalla rivista Ring Magazine[3].
Il 30 marzo 1984 a Las Vegas c’è la difesa del titolo contro l’argentino Juan Domingo Roldán: Hagler vince per KOT al 10º round, tuttavia l’incontro rimane celebre perché Hagler subisce al primo round l’unico knockdown della sua carriera, anche se pare evidente che sia solo scivolato[9].
Il 15 aprile 1985 Hagler difende le sue cinture contro Thomas Hearns per l’incontro che viene pubblicizzato dai media come The War (“La Guerra”). L’incontro, nonostante si sia risolto in tre round a favore di Hagler, viene ricordato come uno tra i più violenti e spettacolari tra pesi medi, anche per il valore dei due pugili. Hearns ebbe la meglio nel primo round sfruttando il suo gancio destro essendo dotato di superiore allungo rispetto ad Hagler più basso di statura. Tuttavia la differenza tra i due pugili fu la capacità di incassare i colpi: Hearns, di mascella più fragile rispetto ad Hagler, fu colpito con un largo destro e messo KO alla terza ripresa. Va ricordato che Thomas Hearns riportò una frattura alla mano destra nel primo round a seguito di un colpo fortissimo portato a segno e dovette quindi continuare il match utilizzando solo la mano sinistra per colpire l’avversario[10]. Il match fu dichiarato fight of the year 1985 dalla rivista specializzata Ring Magazine[3] e, nel 1996, fu inserito al 7º posto nella lista dei 100 più grandi combattimenti di tutti i tempi con titolo in palio[11]. Hagler fu dichiarato Fighter of the year per il 1985.
L’avversario successivo l’anno seguente diviene John Mugabi (soprannominato “The Beast” La Bestia) un pugile di origine ugandese che si presenta alla sfida con il campione con il record immacolato di 26 incontri vinti su 26 disputati, tutti incontri conclusi per atterramento dell’avversario prima del limite. L’incontro si svolge a Las Vegas il 10 marzo 1986 ed è passato alla storia come uno tra i più violenti incontri dell’epoca moderna della boxe: i due pugili si affrontano in una battaglia a chi picchia più duro arrivando a trascurare in alcuni momenti ogni tipo di difesa. Hagler vince, in quello che risulterà essere l’ultimo suo incontro vittorioso, per KO all’11º round.
Il 6 aprile 1987 Hagler incontra Sugar Ray Leonard in un match riconosciuto valido per il titolo dalla sola WBC. Perde l’incontro ai punti per decisione non unanime dei giudici. L’esito dell’incontro rimane molto controverso e fa discutere gli appassionati di pugilato ancora oggi. Alcuni sostengono che Hagler abbia patito in quell’incontro la tecnica sopraffina (per quanto anche Hagler non fosse poi da meno) e soprattutto la personalità di Leonard, ma di fatto pagò forse l’errore d’aver accettato un incontro sulle 12 riprese anziché sulle ancora previste 15, distanza questa che gli avrebbe probabilmente fatto avere la meglio sull’avversario. Le statistiche dell’incontro riportano che Leonard portò a segno 306 colpi contro i 291 di Hagler, a dimostrazione dell’estremo equilibrio tra i due pugili[13]. Di fatto, Hagler non ha mai accettato il verdetto dell’incontro con Leonard, ritenendo la sconfitta immeritata e decidendo di conseguenza di abbandonare il pugilato definendosi stanco della politica che manovra lo sport. Ritirandosi, Hagler rinunciò a borse di milioni di dollari già prospettate dagli organizzatori americani che volevano lanciare una rivincita con Leonard. L’incontro fu dichiarato contemporaneamente combattimento dell’anno e Sorpresa dell’anno 1987 dalla rivista specializzata Ring Magazine[3] e, nel 1996, fu inserito all’88º posto nella lista dei 100 più grandi combattimenti di tutti i tempi con titolo in palio.
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