Dopo l’annuncio della chiusura de L’Altra Italia, la Rai ha reso noto di aver fermato anzitempo anche un altro programma.
Il panorama televisivo italiano è testimone di un nuovo e repentino cambiamento.
La Rai ha annunciato la chiusura anticipata del programma Se mi lasci non vale, condotto da Luca Barbareschi, dopo solamente tre puntate. Un destino segnato per una trasmissione che prometteva di esplorare le complessità dell’amore e delle relazioni umane, ma che si è scontrata con la dura realtà degli ascolti insoddisfacenti.
Nonostante le alte aspettative e una campagna promozionale intensa, il debutto di “Se mi lasci non vale” ha raccolto davanti allo schermo solamente 321.000 spettatori, pari all’1.82% di share. Una partenza già titubante che non è riuscita a migliorare con il passare delle settimane, anzi, nella seconda puntata gli indici sono ulteriormente crollati raggiungendo appena 293.000 telespettatori con uno share dell’1,9%. Numeri troppo bassi per le prime serate di Rai Due che hanno spinto l’azienda a prendere una decisione drastica.
La reazione della Rai non si è fatta attendere: il programma verrà concluso prematuramente martedì 5 novembre 2024 con una terza ed ultima puntata che cercherà di condensare i contenuti previsti per l’intera serie. Questa scelta riflette la necessità dell’emittente pubblica di rispondere in maniera agile e decisa alle preferenze del pubblico, anche quando ciò comporta interventi drastici sul palinsesto.
“Se mi lasci non vale” era stato presentato come un autentico esperimento televisivo in cinque puntate condotte e narrate da Luca Barbareschi. Il format si proponeva di affrontare tematiche universali quali l’amore, la fragilità dei rapporti umani e le sfide quotidiane attraverso storie vere ed emozionanti. Un tentativo coraggioso di innovare l’offerta televisiva italiana che purtroppo non ha incontrato il favore del pubblico.
La precoce chiusura di Se mi lasci non vale apre interrogativi sul futuro della programmazione televisiva e sulla capacità delle reti tradizionali di competere con i nuovi media digitali sempre più personalizzati nelle proposte d’intrattenimento. In un contesto mediatico in rapida evoluzione, dove gli spettatori hanno a disposizione infinite alternative su piattaforme streaming on-demand, i canali tradizionali sono chiamati a rinnovarsi costantemente per mantenere alta l’attenzione del pubblico.
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