IL DONO DI DIEGO ARMANDO – Tal quale un disatteso tsunami, giunge la notizia della dipartita di Diego Armando Maradona e tutto finisce sotto una immane onda. Travolta la giornata di mobilitazione contro la violenza sulle donne, immiserito il COVID19 con il suo record milionario di morti, marginalizzata la saga tra Trump e Biden. Unici argomenti capaci di sopravvivere al diluvio universale di una comunicazione fuori controllo, ipertrofica, compulsiva, i permessi per i cenoni di Natale e l’accordo per mettere al bando l’attività sciistica nella Comunità Europa. Ecco, se c’è un merito di Diego Armando, oltre quello di essere stato il più grande virtuosista del pallone, è oggettivamente quello di aver messo a nudo la vera indole di una parte degli umani contemporanei, orientati alla trasgressione, piuttosto che al rispetto. Al grido del “Chi se ne frega!” adesso si sbragano quei pochi argini, che con immensa fatica la società civile va tentando di costruire, pur nella consapevolezza di una impari lotta. Qualcuno tenta di dare regole anti contagio, limando su orari e colori semaforici, mentre altri colgono l’occasione per trasformare il sentimento del lutto in una movida globale, un liberi tutti motivato da un fenomeno emotivo dalla potenza e pericolosità pari all’atomica, collidente con il permanere di un allarme rosso pandemico e la necessità d’impedire una ulteriore onda in assenza di vaccino. Ma tant’è, la deflagrazione provocata dall’ultima volata a rete di Diego è apparsa da subito una opportunità irrinunciabile, seppure perversa, di rompere gli schemi, fare strame della logica e del buon senso, gettando platealmente dalla finestra l’acqua sporca col bambino. Intanto, il troppo della comunicazione, senza alcuna esclusione di reti, il cicaleccio degli opinionisti continua stravolgente ed anche pretestuoso, imbarazzante. Maradona sul campo e Diego Armando nella vita sono due facce della stessa medaglia su cui riflettere, emozionarsi e magari per scelta conformarsi. Tanto genio e tanta sregolatezza hanno fatto e faranno ancora la differenza per la storia, come per il nostro destino, incerto tra paradiso e inferno, diversamente sicuro, ma insignificante, nel limbo.
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