Aumentano le proteste alle porte della Capitale dopo l’ok della Regione all’apertura del sito di Magliano Romano, in arrivo una pioggia di ricorsi al Tar. Dopo l’ultimo incontro con il direttore dell’area di Via (Valutazione di impatto ambientale) e la direttrice regionale del ciclo integrato dei rifiuti, Wanda D’Ercole, il sindaco Francesco Mancini, è pronto a dare battaglia a suon di ricorsi al Tar assieme ai colleghi Davide Santonastaso di Fiano Romano e Patrizia Nicolini di Sacrofano.
Il Motivo è molto semplice. La Regione avrebbe ritenuto esaustivi gli aggiustamenti e le integrazioni presentati dal proponente, per cui verrebbe meno la necessità di considerare il progetto come nuovo impianto quando un precedente parere della Regione asseriva il contrario, che la trasformazione della discarica avrebbe comportato la classificazione come nuovo impianto in quanto “riguarda la realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi, categoria progettuale distinta dalla discarica per rifiuti inerti”.
Parliamo di un sito da 890 mila metri cubi, di cui circa 60 mila già utilizzati, e destinato a oggi allo smaltimento dei rifiuti inerti. Sull’impianto dal 2014 pende la richiesta della società Idea 4, partecipata di Acea, di convertire l’ex cava in una discarica destinata a rifiuti non pericolosi.
Sulla discordanza tra i due pareri, i sindaci dei tre comuni limitrofi hanno fin da subito, in conferenza di servizi, espresso la loro posizione di contrarietà giudicando le argomentazioni sostenute nel corso dell’ultimo incontro «visibilmente traballanti e completamente incoerenti con il quadro normativo di riferimento» e hanno sottolineato che «il progetto in esame prevede, in ogni caso, un cambio tra le categorie di discarica previste dalla direttiva comunitaria» tale da «obbligare l’amministrazione regionale a considerare il progetto quale nuovo impianto».
«Siamo perplessi e contrariati – attacca Mancini –. È evidente come ci sia stata una palese e repentina marcia indietro da parte dell’area Via che si è sostanzialmente rimangiata il parere espresso lo scorso giugno». «Daremo battaglia legale – aggiunge Nicolini -, mi auguro che una questione tanto delicata con effetti devastanti sui cittadini non venga liquidata così superficialmente e ci sia il tempo per un ripensamento».
«E se si continuerà a vedere Magliano Romano come sito per i rifiuti non gestiti, la questione, dagli uffici e dalle piazze la trasferiremo direttamente al Tar del Lazio – prosegue il sindaco Mancini di Fiano Romano – Abbiamo cercato di fa comprendere che Magliano Romano non può essere una soluzione, non per partito preso ma per questioni reali, evidenti e a conoscenza di tutti ormai. Non molleremo di un millimetro la difesa del territorio, dell’ambiente e dei nostri cittadini»
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