Cuore: 1 adolescente su 10 a rischio ipertensione

Il 10% dei ragazzi con meno di 18 anni rischia è iperteso. Risuona come una sentenza l’allarme lanciato questa mattina a Roma, nelle sale dell’Hotel Rome Cavalieri a Roma. C’era la crema dei nostri migliori cardiologi italiani a inaugurare il 78esimo Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic). Tutti d’accordo sulle buone notizie che “piovono” in materia di prevenzione, l’uso di mix farmaceutico e tecniche al servizio del paziente. Con il pensiero rivolto al professor Luigi Padeletti, Presidente Fondazione Per Il Cuore scomparso la notte precedente improvvisamente mentre si recava a convegno, i luminari hanno parlato di prevenzione, di prospettive, di rischio ma anche di predisposizione e stile di vita. Ma soprattutto, hanno parlato col “cuore”.

“Si pensa che alcune categorie come le donne o i giovani siano se non immuni, parzialmente esentati dalle malattie cardiovascolari – ha dichiarato il professor Giuseppe Mercuro, presidente Sic – Questo non è vero, e dobbiamo far sì che la nostra medicina da repressiva diventi preventiva e prospettica. Nei giovani – ha osservato – una ‘impronta pressoria’ (consistente nel riscontro di valori tensivi ai limiti superiori della norma per l’età, insieme a un’accresciuta massa corporea), si renderebbe manifesta sin dalla prima età. Questa condizione fenotipica presupporrebbe una continuità nel tempo di valori pressori elevati o francamente ipertesi e una loro persistenza nell’età adulta, ed oltre. L’intervento terapeutico deve essere volto alla correzione dei fattori di rischio modificabili, attraverso la riduzione del peso corporeo, la dieta povera di sale e l’esercizio aerobico. La terapia farmacologica deve, viceversa, essere riservata ai casi più severi e refrattari a qualunque altra misura di carattere generale sullo stile di vita”.