Adesso, finalmente ho capito, che quando sentivo gridare “Cristoforo Colombo!”, quella non era una invocazione, ma proprio una bestemmia… Pensavo fosse un modo eufemistico per non essere blasfemi, per non finire all’inferno e invece no, qualcuno, anzi adesso in molti, troppi se la prendono con il presunto scopritore dell’America e pertanto colpevole di tutto quello che è capitato dal 1492 in poi, pandemia COVID 19 compresa. Ma provate a pensare. Basteranno le svariate statue del glorioso navigatore imbrattate, decapitate, bruciate, gettate a terra, in acqua, distrutte, a calmare gli umani abbrutiti da tutte le vessazioni subite in conseguenza di un fortunoso sbarco sulla Via delle Indie? Qualcuno deve da tempo aver adottato Cristoforo come capro espiatorio ideale, strafottendosene del Vespucci Amerigo, quello che semmai dette il nome al Nuovo Continente o del Pizarro Francisco che degli Incas fece strame. Ma voglio tornare a Colombo ed ai suoi simulacri, perché la furia iconoclasta, che lo accomuna a Nerone, Budda, Stalin, alle pale d’altare delle Fiandre, sbranate dai calvinisti nel 1566, è iniziata in realtà sei anni fa con la rimozione della statua di Colombo nella Plaza de Mayo a Buenos Aires, perché considerato simbolo negativo da chi si identifica con la cultura “bolivariana”, che alimenta romantici e cruenti risvolti rivoluzionari nella parte latina delle Americhe. La cosa inquietante è che peraltro gli italiani si identificano in Colombo e nel Columbus Day, come espressione di appartenenza, come rappresentazione di radici, di cultura e di laboriosa fattiva contribuzione alla costruzione delle grandi collettività civili e realtà nazionali americane. Tanto per capirci, potremo essere accusati di aver trasferito dall’altra parte dell’Oceano braccia e soprattutto teste pensanti, cultura ed ingegno, ma non di aver fatto mercato di milioni di schiavi africani, annichilito indigeni, cancellato i pellirosse e la loro cultura. E allora ? Allora, la mia impressione è che qualcuno, a man salva e a nostro danno, la stia buttando in cagnara e che scientificamente si vada a determinare un punto di sfogo per lo tsunami di proteste, per la enorme bolla di rabbia popolare formatasi con la brutale uccisione di George Floyd. E’ la vecchia tecnica del depistaggio che continua a funzionare, Cristoforo Colombo!
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