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DOPO IL COVID, TRA UN VOLVOLO E UN ICTUS, LO SPORT – l’EDITORIALE DEL DIRETTORE

DOPO IL COVID, TRA UN VOLVOLO E UN ICTUS, LO SPORT – Ecco, adesso cominciamo ad avere le idee più chiare. E sì, perché si avverte quasi delusione per gli estremi singulti del rosso bitorzoluto palloncino, quel COVID 19 nemico pubblico ora ridicolizzato nei numeri dei puntuali bollettini di una guerra, divenuta scaramuccia. Tutti gli imboscati fluiscono sulle consolari e vanno a purificarsi al mare, prima che mefitico l’inquinamento torni. Le mascherine si trasformano in bizzarre variazioni sul tema e Rossini non ne avrebbe perso il senso buffo, per quel che capitò prima e per quel succede dopo … “Tutti la cercano, tutti la vogliono, ma quel che trovano per carità, se se la mettono, poi la buttano o pur la lavano, la mascherina eccola qua, trallallero… trallallà!”.   Così, il significato tragico dei nostri trentacinquemila morti per pandemia riguarderebbe adesso gli stessi defunti e i loro congiunti. La rimozione in corso nell’immaginario è veloce, epperò piangono i corifei dell’economia sul tanto latte inutilmente dispensato , mentre le sarapiche della politica tornano a pungere. In realtà, non sappiamo se il CoronaCovid sia andato il vacanza per tornare dopo l’estate, stando agli avvertimenti dell’OMS, oppure se stia facendo la staffetta con altri frazionisti, quelli che da sempre impestano e selezionano la nostra riottosa compagnia di umani assatanati, insaziabili intorno a brandelli di natura da cui siamo palesemente avulsi, cinici ed estranei, irresistibilmente attratti da spiedini di pipistrello, movida-spritz e braciole di porcello… Dunque, tutto questo caos per quattro mesi di fermo, per un “raffreddore”, che è nulla di fronte al volvolo delle guerre mondiali e all’ictus dell’economia, che ci hanno cambiato e cambieranno ahimè radicalmente la vita, senza sconti. Bonus e redditi aggiuntivi a qualsiasi titolo, senza progetti e strategie di salvaguardia e rinascenza, degni di futuribili concreti traguardi, creeranno a breve sismicità, come seri sovvertimenti nel nostro sociale, quindi inesorabilmente macerie, su cui saremo costretti a sovrapporci senza opportunità di ristoro e ricostruzione. Se volete farvene una idea, date una occhiata al cemento ed ai ferri ammalorati di ponti, viadotti e gallerie, del sistema nervoso, di cui l’Italico Stivale ancora disperatamente si avvale a dispetto della fatiscenza. E allora? Allora, sessant’anni fa il Bel Paese riprese fiato suonando le trombe olimpiche e poi dopo un paio di laboriosi lustri, continuando al ritmo dei Giochi, quelli di cui il Presidente del CONI di allora, l’avvocato Giulio Onesti, si compiaceva, appunto i Giochi della Gioventù, che dal 1968 avevano rapidamente mobilitato la maggioranza dei comuni italiani, restituendo la periferia allo sport e viceversa, con tutti quegli elementi di genuinità che avrebbero alimentato un nuovo corso ed una nuova fase, come necessaria conseguenza e premessa futuribile, dopo l’epocale edizione dei XVII Giochi Olimpici a Roma. Giusto negli anni sessanta, i Partiti, superato il pregiudizio sullo sport come residuale del fascismo, stimolati dalle proposte degli Enti di Propaganda Sportiva e dai Sindacati, avevano concesso maggiori risorse con la Legge Fifty – Fifty, manifestando intenti di riforma, per cui lo stesso Onesti non intendeva farsi trovare sbilanciato, farsi spiazzare. Allora, giocando d’anticipo sulla politica, l’Avvocato elaborò dal 1966 il “Libro bianco dello sport” aprendo allo “sport per tutti”, quindi “Il Libro verde dello sport”(1971), “Sport e Regione” (1974) e “Il libro azzurro dello sport” (1975), indicando gli interventi che lo Stato e le Regioni avrebbero dovuto attuare per diffondere lo sport a tutti i livelli e per tutte le età. Paradossalmente Onesti, come Mattei, si rese autore di un nuovo miracolo, che per un po’ avrebbe reso l’Italia diversa, salvo rimanere vittima di “fuoco amico” in ambito CONI, nel 1978. Infatti, con la dipartita del suo mentore, gli stessi Giochi della Gioventù e la loro premessa, i Centri Olimpia, persero vigore, sino ad insabbiarsi nel corso degli anni ottanta, mentre la politica reiterava proposte di cambiamento, prima con Signorello e poi con Lagorio, quindi da fine secolo con Veltroni e Melandri e successivamente fino ai nostri giorni, con Giorgetti e Spadafora, per cui la metamorfosi di CONI Servizi in Sport e Salute Spa si è rivelata un vero e proprio “Uovo di Colombo” e “lo sport agli sportivi” soltanto una mera battuta. Adesso, nel silenzio che ovatta il Foro Italico e le mail che giungono da Palazzo Chigi, risalta l’indugiare di pronunciamenti da parte di chi un tempo fungeva da mosca cocchiera, da parte di quelli che oggi sono trasmutati in compassati Enti di Promozione Sportiva, alle prese più con i numeri che con la fantasia, in basite Federazioni di Discipline Sportive appiattite sul profilo tecnico e infine, nella geriatrizzazione delle Associazioni Benemerite che, nella loro diversità per storia e obiettivi, avrebbero la comune peculiarità di essere detentrici, custodi e potenziali promotrici dei valori certi associabili all’idea che lo sport trasferisca la cultura della salute, migliorando la qualità della vita, rendendo la società civile e snellendo il bilancio dello Stato. Giusto quello che servirebbe più in generale e non soltanto per gli “over 65” per conseguire la combinazione perfetta tra sport e promozione della salute. La progressiva burocratizzazione e professionalizzazione del sistema sportivo, negli ultimi quarant’anni, ha paradossalmente reso difficile la gestione, per costi eccessivi, esagerati che essa stessa ha generato e per lo squilibrio creatosi tra i “professionisti” e il mondo del volontariato, essenziale, vitale per lo sport inteso come fattore di sviluppo sociale, senza fini di lucro e pur senza risorse. E allora? Allora, sulla base della prossima applicazione della Legge Delega e dei suoi Decreti attuativi, di scelte progettuali ispirate ad obiettivi futuri di auspicato profilo nobile, molte cose potrebbero cambiare, come appunto lo stesso ruolo delle diciannove Associazioni Benemerite: AMOVA – Associazione Medaglia d’oro al valore atletico

ANAOAI – Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia

  • ANPSC – Associazione Nazionale Promozione Sportiva nelle Comunità
  • ANSMES – Associazione Nazionale Stelle al Merito Sportivo
  • AONI – Accademia Olimpica Nazionale Italiana
  • APEC – Associazione Pensionati CONI
  • CESEFAS – Centro di Studi per l’Educazione fisica e l’Attività Sportiva
  • CISCD – Comitato Italiano Sport Contro Droga
  • CNIFP – Comitato Nazionale Italiano per il Fair Play
  • CONAPEFS – Collegio Nazionale Professori Educazione Fisica e Sportiva
  • FIDIS – Federazione Italiana Dirigenti Sportivi
  • FIEFS – Federazione Italiana Educatori Fisici e Sportivi
  • FISIAE – Federazione Italiana Sportiva Istituti Attività Educative
  • SCAIS – Società per la Consulenza e per l’Assistenza nell’Impiantistica Sportiva
  • SOI – Special Olympics Italia
  • UICOS – Unione Italiana Collezionisti Olimpici e Sportivi
  • UNASCI – Unione Nazionale Associazione Sportive Centenarie d’Italia
  • UNVS – Unione Nazionale Veterani dello Sport
  • USSI – Unione Stampa Sportiva Italiana
Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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