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IL COVID 19, LA SPAGNOLA E LA TEMPESTA NEL BICCHIERE

29 aprile 2020
– Dunque, sembra proprio che il tempo volga a tempesta e che questa prometta sconvolgimenti nel nostro bicchiere, piuttosto che nel calderone di una Europa, che si sta riassettando con l’imperativo “Primum commercia”. Allora se tempesta si profila, questa non sarà che in un bicchiere mezzo vuoto, piuttosto che mezzo pieno, posto che tutto quel che si è messo fin qui in opera, in regime commissariale, non è che un provvisorio suscettibile di ravvedimenti e correzioni, decretato e sottoscritto in proprio e per conto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, adesso impegnato in un crescendo rossiniano di botte e risposte, di visite pastorali e l’inaugurazione del Ponte “Piano” a Genova, quello che potrebbe rappresentare simbolicamente il mezzo pieno del bicchiere in tempesta, tra contestazioni d’ogni dove e d’ogni parte sulla decretata Fase Due. Diciamo che tutti ruotano intorno al problema del vuoto della politica riempito dai consulenti, che si chiamino Conte, piuttosto che Colao o Arcuri, seguiti da uno sciame di centinaia di professori comprimari, cui si stanno unendo i nuovi manager di Stato in corso di nomina. Il problema è che l’umanità non ha esaurito, anzi sta aumentando la propria carica di cinismo e sta rimuovendo quel concetto di “Primum vivere”, che sembrava prevalere sino a qualche giorno fa. E così le centinaia di migliaia di morti per COVID 19 faranno la fine dei cinquanta milioni causati dal virus della “Spagnola” tra 1918 e il 1920, pandemia capitata alla fine della Prima Guerra Mondiale e considerata ovunque da rimuovere dall’immaginario collettivo per ragioni di Stato, prima ancora che da curare, al punto di non trovare oggi il giusto posto nei libri di storia, compresi i dubbi sulle sue origini collegate al versante batteriologico del Conflitto che s’era appena concluso. Ecco, vedrete che alla fine tutto si aggiusterà, ci adegueremo al trend del collettivo internazionale, ci sottometteremo al primato delle regole economiche, piuttosto che piegarle alla convenienza sociale. In estate il sol leone mangerà il Coronavirus e in autunno sarà quel che verrà, a norma di distanza sociale, come capitò per la “Spagnola”.
Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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