L’inflazione mangia il valore reale delle pensioni e il governo ha pensato bene di bloccare la loro rivalutazione per importi superiori a €1.404,00, lordi, poco più di €1.000, netti, per fare cassa (ci sono le banche da salvare, specialmente se di famiglia, i super stipendi per parlamentare da pagare e tutte le atre spese della politica). Ma che ci si mettesse anche la Corte Costituzionale a dar loro manforte non si poteva certo prevedere. La Corte Costituzionale, sentenza n. 70 del 2015, del 25/10/2017, ha infatti avallato l’operato del governo ma l’Osservatorio Nazionale Amianto non ci sta e ricorre alla Corte Europea per i diritti dell’uomo e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
La Corte costituzionale ha respinto ieri in Camera di Consiglio le questioni di legittimità sollevate da quattordici tribunali italiani e una sezione della Corte dei conti sul decreto Poletti sulle perequazioni pensionistiche, varato dal governo Renzi nel maggio del 2015, accusato dai proponenti di violare i principi di proporzionalità e adeguatezza del trattamento previdenziale.
La Corte costituzionale – si legge nel comunicato diffuso dalla Corte al termine dalla camera di consiglio nel pomeriggio di mercoledì 25 ottobre 2017- ha respinto le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65 del 2015 in tema di perequazione delle pensioni, che ha inteso “dare attuazione ai principi enunciati nella sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015”, attraverso un meccanismo di perequazione fino l 100% per i ratei pensionistici, fino a €1.404,00, lordi (circa €1000 netti- 3 volte il minimo), il 40% per gli importi superiori (tra 3-4 volte il minimo solo nella misura del 40%; e tra 4-5 del 20% e tra il 5-6 del 10%).
Oltre questi importi (€2.808,00 lordi, circa €2.100,00 netti), nessuna perequazione e quindi nessun adeguamento rispetto al costo della vita.
Secondo la Corte è necessario preservare l’equilibrio di bilancio perché il mancato adeguamento all’inflazione è stato stimato in 24 miliardi di euro.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni, in qualità di procuratore speciale e difensore delle vittime parti offese nel procedimento penale Eternit Bis, si fanno portavoce: “Esaminerò le motivazioni della sentenza. Ai pensionati, che numerosi mi chiedono un parere sul da farsi, non posso che dire che si potrebbe ricorrere alla Corte Europea per i diritti dell’uomo e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea”, dichiara l’Avv, Ezio Bonanni, Presidente ONA.
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