Commissione Finanze, presentato Rendiconto di Gestione 2019. Migliorano le performance economiche, criticità sotto controllo.
Un quadro in miglioramento, con criticità che permangono ed altre sopravvenute, di cui il Comune è consapevole e che sono proprio per questo sotto controllo. È questa, in sintesi la conclusione di un primo esame del Rendiconto di Gestione 2019 presentato oggi in Commissione Finanze. L’atto, che permette di approvare in via definitiva il Bilancio dell’Ente dello scorso anno, certifica lo stato di salute del Comune di Aprilia in un momento sicuramente delicato, sia per la crisi che vive l’intero Paese, sia alla luce di alcune recenti modifiche normative in materia di contabilità degli enti pubblici.
Il primo elemento evidenziato nel dibattito di questo pomeriggio è sicuramente il risultato di amministrazione 2019, che ammonta a poco meno di 10milioni (9.917.241,41 euro). Un valore che supera il risultato dell’anno precedente di oltre 2,7milioni di euro, delineando un trend positivo anche nel raffronto storico con le annualità dal 2016 ad oggi.
“Si tratta di un primo risultato positivo – commenta il Sindaco di Aprilia Antonio Terra – soprattutto se si tiene conto dell’eredità di cui l’Amministrazione civica si è fatta carico negli anni. Un messaggio chiaro anche a tutti coloro che tentano di avallare interpretazioni singolari e alternative, per dipingere quadri a tinte fosche, addirittura delineando uno stato di pre-dissesto che è pura fantasia, anche tenendo conto delle criticità che pure esistono. Si tratta di interpretazioni di pessimo gusto tra l’altro, visto anche il momento che stiamo vivendo”.
Dall’esame del documento in commissione, si evincono anche alcune criticità, che l’Amministrazione non ha mancato di sottolineare. La prima è sicuramente data dall’alto tasso di evasione che in Città continua a registrare valori da capogiro:nel 2019 sono circa 4milioni i mancati incassi per la TARI che si aggiungono a più di 12milioni di euro degli anni precedenti, mentre per l’IMU tra avvisi di accertamento da emettere e atti già accertati da inviare al coattivo, si va oltre i 23milioni di euro. A partire dal 1 settembre, il Comune procederà al recupero forzoso di 24milioni di euro (tra TARI e IMU) per i quali sono stati già notificati gli avvisi di accertamento.
La seconda criticità riguarda il passaggio dal metodo semplificato a quello ordinario per il calcolo degli accantonamenti finalizzati alla creazione del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), un fondo istituito proprio per far fronte ai mancati incassi. È proprio questo cambio di metodo che ha prodotto ad Aprilia un debito di 9 milioni di euro, i quali, però, potranno ora esser ripianati – a partire dal 2021 – con rate annuali di circa 600mila euro, alla luce di un provvedimento contenuto nel DL Milleproroghe.
Infine, ultima criticità è data dalla pronuncia della Corte Costituzionale n. 4/2020, che nei mesi scorsi ha dichiarato incostituzionale una norma contenuta in provvedimenti del 2015 e del 2017, che consentiva di utilizzare anticipazioni di liquidità anche per altre finalità. Tale pronuncia ha creato più di un problema a molti comuni, costringendo il legislatore – anche qui nel decreto Milleproroghe – ad intervenire per concedere agli enti locali di ripianare il Fondo Anticipazioni Liquidità attraverso rate annuali (per Aprilia circa 1,2milioni di euro fino al 2033).
“Si tratta di aspetti tecnici abbastanza complessi – conclude il primo cittadino – mi sembra però che sia importante sottolineare tre elementi: il primo è la solidità del bilancio del Comune di Aprilia che ci consente di affrontare anche alcuni imprevisti o cambiamenti non sempre positivi imposti dallo Stato. Il secondo elemento è la consistenza dell’evasione che ha raggiunto livelli non più accettabili. La sfida per Aprilia è sicuramente quella di avviare i prelievi coattivi per chi non paga il dovuto, non appena la situazione economica generale e le disposizioni del Governo lo consentiranno. Infine, mi preme sottolineare anche come, proprio in questa situazione delicata, in cui il Comune non può certo procedere nell’immediato ad azioni di recupero forzoso dei crediti, il Governo sia ancora troppo timido rispetto alla richieste avanzate più volte da ANCI, sulla base dell’impatto negativo della crisi sulle casse degli enti locali”.
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