La pubblicità del gioco d’azzardo in Italia ha vissuto diverse fasi che andremo ad analizzare nel nostro articolo. Ciò servirà a capire come funziona e quali sono le principali caratteristiche da conoscere nel mondo delle pubblicità. È un buon sistema anche per capire quali sono i siti che rispettano le norme e quali, invece, quelli illegali che fanno i furbi.
Fino al 20128 siti di scommesse e casinò online potevano pubblicizzare in ogni modo, naturalmente legale, che ritenevano utile. L’introduzione del Decreto Dignità, un decreto legge poi convertito nella Legge 96 del 2018, ha cambiato la situazione. Il Governo Italiano ha posto un divieto assoluto alla pubblicità dei siti di gioco d’azzardo online e di scommesse sportive.
Il divieto è esteso a ogni mezzo di comunicazione, a partire dai campionati sportivi, le maglie dei club, così come stampa, TV e giornali. Il blocco totale è sia per la loro forma tradizionale che virtuale, quindi online.
I siti possono, però, proporre analisi e guide, oltre a comparare i diversi operatori del settore presenti nel mercato online, così come i codici proposti agli utenti. Sarà facile trovare un approfondimento su come usare il codice promo Snai su Sportytrader o sulle regole dei giochi online, visto che si tratta di guide informative che rispettano la normativa in vigore in Italia.
Per chi non rispetta le indicazioni offerte nel decreto, le sanzioni previste possono essere molto dure. Si arriva a multe fino a 500 mila euro per ogni violazione.
C’è una ragione in particolare per cui il Governo ha deciso di applicare il pugno duro da questo punto di vista. Si temeva, infatti, che pubblicità siti di scommesse e casinò diventasse un rischio per i giocatori più giovani. Vedere un sito di scommesse online come sponsor della propria squadra preferita o di un evento, poteva essere un lasciapassare al gioco. Si è scelto, perciò, di stoppare del tutto le sponsorizzazioni e ogni tipo di pubblicità.
Nonostante il divieto di pubblicità, il settore del gioco legale in Italia ha proseguito il suo trend positivo. Anche per questo, da più parti arrivano richieste di rivedere la norma che impone il divieto.
Per tanti, il ricavo dalle pubblicità di siti di scommesse e casinò rappresentava uno dei principali introiti. La mancanza di questi introiti, di conseguenza, ha causato dei problemi.
Ci sono, poi, altri tre motivi che spingono alla revisione della norma. Ecco quali sono:
Vedremo se nei prossimi mesi la discussione tra i banchi del Parlamento proseguirà. Ovviamente, nessuno vuole un ritorno al passato in cui la pubblicità era libera e senza limiti. Si punta, però, a un settore pubblicitario totalmente regolamentato e trasparente.
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