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Il comandante dei Carabinieri forestali di Pomezia a Reggio Calabria per il contrasto del bracconaggio. Salvati 3 falchi

Il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri ha organizzato l’attività di repressione del fenomeno del bracconaggio. L’operazione denominata “Adorno 2019” ha portato al sequestro di armi, munizioni e numerosi esemplari protetti. Tra i carabinieri forestali che hanno partecipato all’operazione il comandante della stazione di Pomezia Gianluca De Giusti. L’arma dei Carabinieri ha organizzato quest’attività per la  repressione del fenomeno del bracconaggio , nel servizio, denominato “Operazione Adorno 2019” è stato previsto l’invio, nel territorio di Reggio Calabria di un contingente di personale specializzato della Sezione Operativa Antibracconaggio Centrale (SOARDA) che opera congiuntamente nell’area dello Stretto di Messina, con puntate anche al di fuori di tale ambito territoriale.

Sono tre i falchi pellegrini sequestrati vivi per il mercato illegale. A tre settimane dall’avvio, l’Operazione ha fatto registrare, in entrambe le regioni un totale di: un arresto e otto denunce a piede libero. Sequestrati inoltre 4 fucili da caccia modificati con relativo munizionamento, numerose reti, richiami elettroacustici ed attrezzature per la cattura dell’avifauna selvatica ed oltre 120 esemplari di varie specie di uccelli tutte particolarmente protette dalla legge tra cui ben 3 esemplari vivi di Falco Pellegrino (Falco Peregrinus) destinati al mercato illegale della fauna selvatica. Le pratiche illegali sono innumerevoli tra le quali, le più diffuse, sono l’uccisione di specie protette, in particolare rapaci, nonché l’utilizzo di richiami elettroacustici e la cattura illegale, tramite reti da uccellagione, di passeriformi per fini di commercio. I militari operanti sono coadiuvati da personale del Comando Regione Carabinieri Forestale “Calabria”, del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria e del Reparto Carabinieri “Parco Nazionale dell’Aspromonte” . Fulcro delle operazioni è l’area dello “Stretto di Messina” che rappresenta uno degli ambiti territoriali con la maggiore ricchezza di avifauna migratoria e nella quale, anche a causa della vastità del territorio, il bracconaggio è più diffuso e causa i danni maggiori.

 

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