Il Codacons ha inviato una lettera aperta al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al fine di salvare le opere del più importante scultore italiano vivente, il maestro Bruno Liberatore.
“Richiamiamo la sua attenzione sulla vicenda dello sfratto, dal suo salone espositivo, del maestro scultore Bruno Liberatore – scrive il Codacons nella missiva – In particolare, i Pii Stabilimenti di Francia, Istituto posto sotto la tutela dell’Ambasciata francese presso la santa Sede, hanno sfrattato lo Scultore dall’immobile di loro proprietà, sito dietro Piazza del Popolo, in Via del Vantaggio, immobile da egli adibito a salone espositivo. Pur avendo il maestro Liberatore adempiuto sempre regolarmente al pagamento dei canoni di locazione, la proprietà ha deciso di porre fine a tale rapporto, ingiungendogli lo sfratto per finita locazione, costringendolo così dopo una vita trascorsa all’interno di tale immobile a portare via tutte le sue statue e le altre opere d’arte. Fatto ancora più grave è che tale sfratto arriva dopo che la ditta incaricata dai Pii Stabilimenti di Francia dei lavori di restauro dello stabile all’interno del quale si trova il laboratorio dello Scultore, ha gravemente danneggiato, durante i lavori, ben cinque statue di rilevantissimo valore artistico ed economico.
Per avere un’idea della caratura artistica del Maestro Liberatore, basterà ricordare che egli è l’unico artista vivente le cui opere sono ospitate in una sala del prestigio-so Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo (sala adiacente a quella ove si trovano le opere di Matisse).
Sue sculture di grandi dimensioni sono state inoltre collocate nel grande Cortile di Gala del museo in occasione della mostra personale a lui dedicata, mentre opere di minori dimensioni – quali modelli, gioielli e disegni – sono stati ospitati nelle contigue sale dello Stato Maggiore.
Ebbene, il rilievo della figura artistica del Maestro Liberatore ed il grande valore delle sue opere, non sono bastati neppure per ottenere dall’ambasciatrice di Francia presso la Santa, Florence Mangin, a cui si era rivolto Liberatore, la concessione di una proroga di un mese – rifiutata dall’ambasciatrice – per il rilascio dell’immobile, “per permettermi di poter più agevolmente smobilitare gli studi e con essi una vita del mio lavoro.” Infliggendo così al Maestro Liberatore l’ennesima umiliazione, dopo 54 anni trascorsi nel laboratorio artistico situato all’interno dello stesso complesso immobiliare dove si trova il suddetto salone espositivo e dopo aver sempre improntato a correttezza, buona fede e lealtà i rapporti con i Pii Stabilimenti. La vicenda è stata già portata all’attenzione del Sottosegretario alla cultura, On. Vittorio Sgarbi, ai fini di un eventuale riconoscimento dell’immobile in questione quale studio d’artista, ai sensi dell’apposita normativa, di cui al codice dei beni culturali. Alla luce di quanto precede, siamo a chiedere un incontro, anche al fine di poter avviare un confronto per l’individuazione di ogni eventuale possibile soluzione, capace di consentire di superare la difficile situazione venutasi a creare a seguito di tale sfratto”.