La straordinaria storia di Claudio Ranieri mi fa pensare a quella di un altro personaggio romano, che ha lasciato un segno indelebile nel tempo. Si tratta di Marco Furio Camillo, che salvò la Città più volte e che non è stato da meno del fondatore Romolo. Diciamo che i trionfi parziali di Marco, così come l’esilio volontario ad Ardea sino al 390 a.C. , quando tornò e salvo il Campidoglio dal barbaro Brenno, ci ricordano vicende del nostro eroe Claudio ” nemo profeta in patria” e trionfatore in Britannia, dove il calcio moderno, il football, è stato inventato. Ieri al CONI, nel Salone d’Onore, sotto lo sguardo attento di Augusto, che di trionfi se ne intendeva, gli sono stati attribuiti il Premio Bearzot da parte della U.S. ACLI e la Palma d’Oro al Merito Tecnico da parte del CONI. Chissà se a Malagò e Tavecchio non sia passato per la testa un pensiero ovvio, come quello di offrire la guida della Nazionale Italiana a colui che oggi appare come il numero uno tra i “Mister” nel mondo…
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