La professoressa Sonia Ronchey al vertice del Collegio dei Primari Ospedalieri Italiani di Chirurgia Vascolare. Già questo basta per scrivere un articolo. La proclamazione è avvenuta oggi alle ore 11,40 nel Centro Congressi Federico II di Napoli, durante la due giorni del XIX Congresso Nazionale focalizzato sulle “ultime frontiere nel trattamento delle patologie vascolari”. Anzi, è avvenuta alla conclusione dell’evento, come ciliegina sulla torta dell’appuntamento.
Bene, anzi, benissimo, perché con la presidenza della Ronchey per il biennio 2025-2026 si è scritta una pagina nella storia della medicina. Ma per chi conosce il curriculum della professoressa, era una elezione scontata.
Merito della sua professionalità, riconosciuta a livello internazionale per il preminente ruolo nell’innovazione tecnologica e nei progressi scientifici nell’ambito della sua specialità. La Ronckey? Classe 66, è stata tra coloro che hanno traghettato le nuove tecnologie endovascolari che permettono approcci mininvasivi nei pazienti vascolari, nel nostro paese; tra gli apripista nell’ambito di queste tecniche e spesso la prima ad utilizzare determinati nuovi dispositivi, partecipando anche attivamente al loro sviluppo.
Dunque da oggi coordinerà l’Associazione fondata nel 1989, con lo scopo di favorire il progresso della scienza chirurgica vascolare e di facilitare lo scambio di idee tra le migliori professionalità nel settore in ambito nazionale, coordinandone il lavoro e tutelandone il prestigio e gli interessi legittimi.
Già direttore della UOC di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma, la Ronchey con una laurea in medicina e chirurgia, un dottorato di ricerca in fisiopatologia chirurgica angiocardiotoracica e un successivo diploma di scuola di specializzazione in chirurgia vascolare a Tor Vergata, per non contare le pubblicazioni (oltre 70 in lingua italiana e in lingua inglese, con particolare attenzione alle problematiche della chirurgia carotidea e aortica) e la partecipazione a vari congressi nel mondo, ora è al vertice del Collegio.
Il suo commento per evitare “spiacevoli” incontri con il chirurgo vascolare? Un sorriso contagioso e “Come per la maggior parte delle patologie, la prevenzione è fondamentale. La cura dei fattori di rischio è determinante (trattamento adeguato e precoce del diabete, abolizione del fumo, controllo farmacologico della ipertensione e dislipidemia, nonché una vita attiva)”.
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