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Cambiamenti climatici e insetti vettori

Negli ultimi anni si è assistito ad una espansione degli areali di molte specie di insetti cosiddetti “dannosi”. La causa principale di questo fenomeno, di portata mondiale, è stata individuata nelle mutate condizioni climatiche, cui gli insetti in genere sono particolarmente sensibili. Infatti essendo organismi ectotermi (e quindi non in grado di regolare la propria temperatura), il loro ciclo biologico è strettamente regolato da fattori esterni (temperatura/umidità) ed anche la loro distribuzione ne è fortemente influenzata. Questi aspetti possono avere risvolti importanti quando ci riferiamo a specie dannose per i raccolti o per la salute.

In particolare, negli ultimi anni si è assistito all’espansione nella distribuzione di molte specie di insetti potenziali vettori di malattie. E’ ormai accertato che i fattori climatici, quando sono associati ad alcuni fattori biologici, ecologici e socio-economici, quali urbanizzazione incontrollata, deterioramento delle condizioni igienico-sanitarie, mutate pratiche agricole, ecc., oltre a certe abitudini ormai radicate tra la gente, possono influenzare la comparsa o la ricomparsa di malattie trasmesse da vettori in una determinata area.

Attualmente queste malattie sono in continua crescita non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in molti Paesi sviluppati.

Vista la stretta correlazione tra i cambiamenti climatici attualmente in atto e la diffusione di malattie infettive trasmesse da vettori, l’aumento costante della temperatura media nei prossimi decenni potrebbe ampliare l’area di distribuzione dei vettori, facendo crescere il rischio di espansione, introduzione e reintroduzione delle malattie.

I più noti vettori di malattie per l’uomo sono le zanzare. Tra di esse, specie diverse possono trasmettere la malaria e numerosi virus, alcuni dei quali causano malattie gravi, come la dengue. La malaria provoca ancora oggi milioni di morti ogni anno nel mondo. In Europa è debellata da anni, ma le specie di zanzare responsabili della trasmissione sono ancora presenti in notevole densità soprattutto nelle regioni meridionali, per cui persiste il rischio di rinascita della malattia. Emblematico è il caso della zanzara tigre, specie tropicale, potenziale vettore di parecchi virus, introdotta in Europa da pochi decenni e al momento solidamente attecchita nel bacino del Mediterraneo ed in espansione verso nord.

I vettori della Leishmaniosi, umana e canina, sono i flebotomi, noti come pappataci, la cui distribuzione in Europa è limitata alle regioni temperate meridionali. L’area di endemia della leishmaniosi si è espansa negli ultimi decenni con un preoccupante aumento dei casi. Tale fenomeno, studiato nel dettaglio, sembra legato all’incremento medio della temperatura atmosferica che favorisce la diffusione dei vettori nelle regioni settentrionali fino ad ora non toccate e l’aumento della loro densità nelle regioni ove già presenti.

 

Il problema di salute pubblica legata alla diffusione di certe malattie infettive non può essere che affrontato attraverso una sistematica attività preventiva volta a controllare le popolazioni naturali degli artropodi vettori.

L’espansione di tali popolazioni si inserisce in situazioni ambientali e sociali molto diverse (ambiente urbano, rurale, costiero, di palude, aree naturali protette, ecc.), che richiedono perciò conoscenze e approcci specifici. Risulta evidente come qualsiasi intervento volto a contenere le popolazioni di questi artropodi deve presupporre una dettagliata conoscenza delle problematiche ambientali peculiari in cui si inserisce, valutando gli impatti a breve ed a lungo termine sugli organismi presenti e sulla biodiversità.

Perciò la gestione del problema degli artropodi vettori deve inserirsi in programmi di gestione, conservazione e salvaguardia degli equilibri ambientali e della biodiversità stessa, in armonia con le attività umane che vi si svolgono.

Prof.ssa Anna Maria Fausto – Università degli Studi della Tuscia

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