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CAINO, ABELE, IL COVID E  PRIMUM VIVERE – l’editoriale del Direttore

Qualcuno ha dubbi sulla metafora biblica che con Caino ed Abele ha esemplificato il concetto di selezione naturale, in cui gli uni prevalgono a danno degli altri? La cattiveria e la violenza sono da sempre condannate, ma i fatti testimoniano la premialità che accompagna i prepotenti ed i cinici non soltanto in guerra, ma soprattutto in presunta pace. Ecco perché l’aggressività connota e contamina eventi e manifestazioni, che dovrebbero distinguersi al contrario con comportamenti ispirati al rispetto delle persone e delle cose, pur nella diversità delle opinioni e delle appartenenze. Francamente, questo è il motivo per cui le famiglie, Covid o non Covid, non andavano più agli stadi e molti non scendono più in strada a manifestare. Diciamo che ogni atto violento, peraltro estraneo al contesto degli eventi, diventa criminale, intimidatorio, antidemocratico e prevaricante del diritto di manifestare liberamente e in pace. Le urla ultras, ispirate alla libertà tra fumi e botti pirotecnici, risuonano come bestemmie e Dante saprebbe bene dove collocare i professionisti dell’ipocrisia, sfascisti di auto, vetrine e cassonetti, versus simboli delle istituzioni come poliziotti e carabinieri. Loro, i cattivi, come Caino riottosi, sono sostanzialmente disadattati socialmente nocivi, ma non del tutto colpevoli, anzi forse vittime, perché prodotti da una società civile sballata, che nega parti fondamentali dei processi educativi da decenni e non accenna a volersene far carico. Il paradosso sta nel fatto che a fronte di una pandemia inarrestabile e pericolosa, non arginabile per assenza del presidio fondamentale, il vaccino e per indisponibilità della difesa possibile, il rispetto delle regole, ci si ostina a mandare i ragazzi a scuola e la gente in giro con i mezzi pubblici, come ad una “roulette russa”, salvo ostentare rigore assoluto e chiusura per attività controllabili. E allora? Allora c’è da chiedersi se far parte di un sistema come quello dell’Europa Comunitaria abbia un senso. Se non si debbano applicare regole continentali condivise, piuttosto che litigare su lock condominiali e reclamare aiuti a fondo perduto per sbarcare un lunario senza futuro. Quando piovono le bombe e la terra trema o peggio la nave affonda, l’imperativo è quello del “primum vivere” e del “si salvi chi può”, mentre qui qualcuno si attarda sul “deinde philosophari”.

Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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