Se le buone notizie non fanno notizia, questo dovrebbe significare che si è nella normalità e non nella eccezione, che – come si sa – dovrebbe confermare la regola. Purtroppo, la realtà è ben diversa, quanto meno per la capacità mediatica che si ha di veicolare sempre più velocemente e in quantitativi sempre più alti le notizie che sono tendenzialmente cattive, ovvero quelle che fanno alzare il livello di attenzione dei destinatari. Ma qual ‘è l’atteggiamento di questi ultimi se non quello di reagire più o meno passivamente rinviando ad altri non sempre definiti soggetti il dovere di dare risposte ? Questo, care ragazze e ragazzi è il problema, ovvero l’idea ormai consolidata della delega, del trasferimento di responsabilità, del chi se ne importa, dell’agire per interposta ipotetica altra persona fisica indefinita o di una autorità qualsivoglia, ma improbabile, sino alla conseguenza ultima e tragica del non voto, lasciando che altri lo facciano al proprio posto, con tutte le conseguenze del caso. E allora? Allora torniamo ad avere il coraggio di rispondere al postino, di accettare raccomandate da mittenti sconosciuti e dall’oggetto misterioso, affrontiamo i problemi in cui siamo quotidianamente immersi con l’intento di risolverli, di fare la nostra parte in una collettività che ha bisogno di noi, fatta di cattivi, ma soprattutto di noi buoni che non possiamo che continuare ad esserlo, senza fare notizia…
Ruggero Alcanterini
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