Seabin Project, il cestino che galleggia sull’acqua, per la raccolta della plastica è arrivato nei porti del Lazio. In merito abbiamo sentito, l’amministratore delegato della Capo D’Anzio, Antonio Bufalari:
“Colgo positivamente lo spunto della giornalista Di Benedetto, sul Seabin per confermare che anche la Capo d’Anzio ha aderito alla convenzione con il progetto LifeGate, per il posizionamente del Seabin nel porto di Anzio. Questo è avvenuto alla fine di aprile e stiamo attendendo notizie per la successiva installazione. D’altronde se ricordate il prototipo di SeaBin adatto all’installazione su pontili galleggianti è arrivato ad Anzio alla fine dello scorso anno ed è stato mostrato anche durante le giornate di Diportanzio. Stiamo mantenendo rapporti stretti con LifeGate, per accellerare i tempi di installazione del sistema per banchina fissa più idoneo per l’infrastruttura di Anzio. Abbiamo inoltre avviato una convenzione con un altro progetto teso alla tutela dell’ambiente marino e finalizzato all’installazione di un piccolo dissalatore per la produzione da acqua da utilizzare come acqua potabile, per le imbarcazioni da diporto e per il sistema antincendio. Questo permetterebbe un ingente risparmio di acqua dolce, in questo caso abbiamo richiesto un tavolo tecnico con Roma Capitale per le autorizzazioni di competenza. Inoltre, è sempre alta l’attenzione sulla riduzione ed il corretto smaltimento dei rifiuti plastici provenienti dal mare. Oltre ad implementare i sistemi di raccolta, che sembrano sempre non bastare anche se il lavoro degli operatori è continuo, dobbiamo concentrare gli sforzi sulle cause ovvero sul getto in mare di oggetti plastici, cassette di polistirolo provenienti dalla vendita illegale del pescato, rifiuti lasciati in spiaggia o sulle scogliere. Per ridurre queste tutto parte da noi stessi, dai comuni cittadini, dall’educazione nelle scuole. Tutto ciò per ridurre alla fonte una emoraggia che danneggia tutti. Ognuno deve fare il proprio facendo crescere la coscenza collettiva sulla protezione del mare e del nostro pianeta. Da parte nostra, sto studiando alcune pratiche per riuscire a ridurre l’uso della plastica in porto. In primis con l’utilizzo di distributori di acqua fresca e e l’uso di borracce riutilizzabili da poter fornire al personale e promuovere verso i dipartisti, con ciò andando a ridurre a zero l’uso di bottiglie di plastica e di contenitori mono uso. Ritengo che questo sia un percorso obbligato da costrutire passo dopo passo, al fine di sviluppare percorsi virtuosi. Altro progetto la redazione – con l’ausilio di associazioni ambientaliste che possano supportarne i contenuti scientifici – di vere e proprie linee guida per i porti e le imbarcazioni e tesi a ampliare la fobice del tanto decantato #plasticfree con pratiche virtuose che siano, però, alla portata di tutti.”
Avv. Antonio Bufalari
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