(Adnkronos) – "Il soffitto di cristallo", quell'insieme di ostacoli che impedisce alle donne di raggiungere posizioni di vertice, "è sfondato. Anche se c'è ancora da fare, abbiamo dei grandi segnali: il Politecnico di Milano per esempio ha la sua prima donna rettrice" in 160 anni di storia dell'ateneo, Donatella Sciuto, "così come all'università Milano Bicocca abbiamo un'altra rettrice, Giovanna Iannantuoni, dopo Maria Cristina Messa" che ha diretto la stessa università dal 2013 al 2019. Iannantuoni "è anche alla guida della Conferenza dei rettori italiani Crui. Quindi oggi ci sono due rettrici su Milano", 11 in Italia. "Non è tanto e non è poco", ragiona Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco, oggi a margine di 'Mind the Stem gap – Together', una giornata di confronto al Politecnico di Milano tra ricercatrici e ricercatori e nuove generazioni, studenti delle scuole superiori. Iniziativa accompagnata da una mostra-manifesto ideata da Fondazione Bracco con 150 studenti delle scuole superiori (liceo artistico Nanni Valentini di Monza, istituto tecnico F. Viganò di Merate, Itsos Albe Steiner di Milano e istituto Einstein di Vimercate). Tema di oggi: l'accesso paritario ai settori Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica). Ampliarlo a più persone possibile per Bracco deve essere fra le priorità anche del Governo. Occasione per parlarne è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza (che si è celebrata ieri, 11 febbraio). L'imprenditrice, che nel suo percorso ha sfondato tetti di cristallo, torna all'esempio delle donne ai vertici delle università: "Sono personaggi di grande spessore e molto avanzati dal punto di vista scientifico, che hanno anche la capacità dell'organizzazione e le qualità per spingere le strutture verso gli obiettivi. Uno di questi è parificare uomo e donna. Siamo convinti che l'inserimento delle donne possa far crescere la scienza e quindi il Pil del Paese", evidenzia all'Adnkronos Salute. Il messaggio di Bracco per le ragazze che vogliono farsi strada nella scienza? "Dico loro di non aver paura. Di entrare senza paura in questi campi, anche se la preparazione del liceo non è sempre la migliore per affrontare certi temi. Le donne poi hanno tantissime abilità. Una donna intelligente riesce senza dubbio a farsi strada". Un invito ad avere coraggio e determinazione, quello dell'imprenditrice, che sottolinea l'importanza di un'azione comune per ampliare l'accesso alle Stem, a tutti e in particolare alle donne. Missione che deve impegnare "famiglie, scuola, società, imprese". Ed è "uno dei grandi temi che è posto al Governo – conclude Bracco – Perché il Governo dice che dobbiamo essere più produttivi, ed è giusto. Ma per innalzare la produttività dobbiamo avere più gente che lavora. Dove? In discipline che siano connesse a un maggior ritorno di Pil, quindi nelle Stem. Come si può vedere, è un circolo virtuoso che va promosso".
I DATI E LE TESTIMONIANZE – Ma qual è la situazione oggi? Nonostante alcuni segnali positivi, la disparità tra donne e uomini nella scienza è ancora un tema critico in termini di accessibilità, riconoscimento e presenza in posizioni apicali, evidenziano gli esperti. Sono i dati a suggerirlo: statisticamente, a livello nazionale, le donne costituiscono per esempio solo il 26,6% dei laureati in Ingegneria (fonte Rapporto 2023 del Consiglio nazionale degli ingegneri) e il 40,9% dei laureati in Informatica e tecnologie Ict (fonte Almalaurea). "Va compreso che solo con idee diverse si può dare un valore aggiunto alle scoperte scientifiche. Vale anche per le ragazze, che devono sentirsi libere di poter scegliere. Spesso è quasi più un conflitto con le generazioni più anziane. Magari a volte è la famiglia che può non essere così favorevole a questo tipo di percorso. Io ho avuto la fortuna di non avere problemi nella mia. Ho scelto l'ingegneria elettronica, ho studiato e fatto ricerca nell'ambito dell'elettronica, un'area dove le donne sono totalmente sottorappresentate", ha spiegato la rettrice del Politecnico di Milano ai ragazzi presenti oggi nell'ateneo in occasione di 'Mind the Stem gap – Together'. "Sono quasi sempre stata l'unica donna nel mio settore di ricerca. Quasi nel mondo – ha sottolineato Sciuto – E quindi so benissimo che non è facile, ma so anche che si può dare un contributo e far capire anche agli altri che abbiamo lo stesso valore e la stessa capacità di fare. Dobbiamo valutare con la conoscenza e lo spirito critico quali possono essere le attitudini e i nostri interessi", è il messaggio lanciato dalla rettrice. "Quanto è importante avere persone che abbiano caratteristiche diverse, che non siano omologate al singolo uomo bianco eterosessuale che è lo standard rappresentativo dell'ingegnere? Proprio perché non è più così e non deve essere così, va compreso" il valore della diversità dei contributi che possono far crescere la scienza. "Questa giornata è stata improntata al dialogo. Dialogo in opposizione alla repressione e al chiudere – ha voluto ribadire la rettrice – Che impatto può avere studiare discipline scientifiche? Io credo molto nella forza delle parole e nei simboli, nei modelli che la società può dare alle giovani generazioni". Oggi, ha continuato, "siamo qua per ribadire che la scuola è uno spazio di crescita e di cultura, così come lo è l'università. Le nostre porte sono aperte". E fra i "modelli positivi" la rettrice del Politecnico cita "ricercatrici e ricercatori". Come Margherita Maiuri, professoressa associata di Fisica sperimentale; Paola Occhetta, ricercatrice di Bioingegneria industriale e Gianvito Vilè, professore associato in Impianti chimici che hanno condiviso le loro storie con gli studenti ospiti oggi della giornata in Politecnico. Tutti e tre hanno avuto esperienze all'estero e sono rientrati a Milano, tutti e tre hanno sognato in grande e sono riusciti a realizzare i propri obiettivi, con percorsi fatti di difficoltà e gratificazioni. —salute/medicinawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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