Premesso che sessant’anni fa, nel tripudio universale, si inauguravano i XVII Giochi Olimpici a Roma, dopo che anche il “superman” Bolt, incline alla socialità, è risultato positivo, non ho più dubbi. E’ chiaro che abbiamo a che fare con un problema tutt’altro che facile da risolvere, almeno per una genia di bulli, tal quali sono gli umani sul Pianeta, convinti della loro intangibilità a prescindere. Qualcuno afferma che si tratta di un raffreddore di tipo nuovo e forse diverso, ma micidiale e con gli stessi meccanismi di sempre per gli inermi, quelli che degli indios fecero strame, quando vennero a contatto con noi europei e che adesso replicano anche sui guariti della prima ondata. Dunque, la notizia è di ieri, come quella dei tanti contagiati di ritorno dalle vacanze, senza distinzione o riguardi per la élite, anzi. Sempre ieri, visto l’andazzo, gli amici dell’Atletica Villa Gordiani- Giovanni Castello hanno comunicato il rinvio sine die della celebrazione del sessantesimo di “Roma 1960”, allo Stadio delle Terme di Caracalla, giusto laddove io, in un “mille” vinto da Umberto Risi, detti l’addio alle gare nel Meeting Internazionale dell’Amicizia, nel settembre di quel magico anno, quando Alfredo Berra anticipò con l’atletica il disgelo tra Est ed Ovest, non senza pagarne il prezzo e iniziò anche la storia delle Paralimpiadi. Cosa pensare, care ragazze e ragazzi, altro che ricordare lo strazio degli amici di Amatrice ancora in attesa di Godot, altro che piangere sull’incendio di Budoni che comunque farà ridere le pecore sarde, altro che snobbare la tecnologia dei droni che avrebbe accorciato lo strazio per il dramma di Viviana e Gioele, altro che meravigliarci delle bombe di ghiaccio a Verona e d’acqua a Cortina, altro che discutere della qualità e della capienza di hotspot in Sicilia, mentre la litania dei migranti economici naufraga nella routine di inutili polemiche senza razionale sbocco… : qui la prospettiva è quella di continuare a tapparci naso e bocca, salvo le orecchie e a lavarci le mani con difettanti d’ignota composizione, non più e soltanto in attesa degli strombazzati vaccini in competizione o addirittura in guerra per il podio dell’immunità, ma per una tregua, salvo ricadute per ulteriore perfida mutazione del “Coronavirus”. E allora? Allora, dobbiamo farcene una ragione, prepariamoci anche alla mutazione dei “Coronabonus”, al rinvio senza tempo delle scadenze esattoriali e soprattutto ad adottare il lifestyle dell’unico Bond nel nostro immaginario, dell’ Highlander Sean o se preferite del Baronetto Connery, che oggi festeggia i suoi splendidi NOVANTA nel più assoluto isolamento, nella sua fortezza scozzese, rigorosamente in gonnellino.
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