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Attualità

Berlusconi “scomunicato” dal leader del PPE

Era prevedibile che l’esternazione di Silvio Berlusconi su Volodymir Zelensky suscitasse reazioni sfavorevoli. Come si rammenterà, il leader di Forza Italia ha detto che, se lui fosse primo ministro, eviterebbe di incontrare il presidente ucraino.

Naturalmente è più che legittimo dissentire, anche se ho l’impressione che almeno parte dell’opinione pubblica concordi con le parole del Cavaliere. I dubbi sulla figura di Zelensky e sulla sua strategia del muro contro muro con Putin e la Federazione Russa sono molto diffusi in gran parte dei Paesi europei.

Anche perché tale strategia rischia di precipitare l’intera Europa in uno scontro diretto con Mosca, scontro che potrebbe presto trasformarsi in un conflitto nucleare. Questo senza negare (e sarebbe impossibile) che l’aggredito è Zelensky, e l’aggressore è Putin.

Ciò che a chi scrive appare intollerabile è, invece, la vera e propria “scomunica” di Berlusconi da parte del capogruppo del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber.

Quest’ultimo, a seguito dell’esternazione berlusconiana, ha inopinatamente deciso di annullare la prevista riunione del PPE a Napoli. Inquietanti le sue parole: “l’appoggio all’Ucraina non è facoltativo”.

Che significa? Non resta che concludere che tale appoggio, per Weber, è “obbligatorio”. Lecito chiedersi, tuttavia, se simili espressioni si possano usare nell’ambito dell’Unione Europea.

Dopo tutto, non siamo nell’Iran khomeneista, e neppure nella Russia di Putin o nella Cina di Xi Jinping. Nella UE vige la libertà di espressione e la libertà di pensiero. Proprio per questo si possono esprimere tutti i dubbi possibili tanto sull’amicizia tra Berlusconi e Putin, quanto sulla figura di Zelensky.

Ed è ovvio che, nel contesto europeo, i dubbi non possono essere puniti con le scomuniche. Lasciamo agli ayatollah iraniani il non invidiabile potere di emettere fatwah contro i dissidenti, e al Partito comunista cinese l’analogo potere di imprigionare coloro che non sono d’accordo con il regime.

A un democristiano bavarese come Manfred Weber, invece, tale potere dovrebbe essere negato, poiché non è in linea con l’ispirazione liberaldemocratica della UE.

Si può notare che l’esternazione di Silvio Berlusconi danneggia il governo Meloni del quale egli stesso è una colonna portante. Ma ciò non significa applaudire chi, come Weber, parla di un obbligo che non esiste. Fino a prova contraria, nella comunità europea chiunque è libero di dire la sua senza incorrere in scomuniche.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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