Roma e la sua Provincia devono fare i conti con la desertificazione bancaria e con un utilizzo del credito che passa dal produttivo al finanziario . A lanciare l’allarme è la First Cisl Roma – Rieti che ha presentato ieri una ricerca sull’analisi 2022 dedicata al credito a Roma e Provincia. Nel dossier si sottolinea che “tra dicembre 2011 e il mese di settembre 2022, Roma e la sua area metropolitana hanno perso oltre un terzo degli sportelli fisici delle banche: da 2.067 si è scesi a 1.298 sportelli. Una variazione che, se in linea con quanto accade a livello nazionale (-30% circa di chiusure) ha determinato un decremento a livello locale degli impieghi bancari pari allo 0,9%, in parziale controtendenza rispetto sia al dato nazionale (-13,6%) che a quello di Milano, altra piazza finanziaria di primaria grandezza, dove nello stesso periodo si registra invece una diminuzione del 10,6%. Si tratta di dati che sottolineano conseguenze tutt’altro che positive in termini di sostegno e contributo alla crescita del tessuto economico-produttivo locale”. Il report evidenzia una forte discordanza tra Roma e gli aggregati a livello nazionale o del nord produttivo. Nel dettaglio, gli impieghi verso le attività industriali si riducono del 42,6% a livello locale, contro un –16,2% nazionale e –17% nella provincia di Milano; nel comparto delle costruzioni la riduzione di attività creditizie è del 69,6% sull’area romana, contro il –63,7% nazionale e il –35,7% nel milanese. Nei servizi il credito invece si riduce del 23,7% a Roma contro il –22% nazionale, mentre a Milano il decremento è solo del 15,8%. Di segno opposto l’andamento dei finanziamenti alle società finanziarie, diverse da istituzioni finanziarie e monetarie, che vedono Roma incrementare la sua attività creditizia nel comparto del 74,9% contro una riduzione del 16,4% a livello nazionale e del 16,5% nella provincia di Milano. Questo dato “conferma la crescente «finanziarizzazione» del sistema economico. In altre parole gli impieghi più che agire sulla capacità di produrre reddito e ricchezza attraverso il sostegno all’attività produttiva, sono diretti a estrarre valore da attività finanziarie spesso oggetto di arbitraggi o meri brokeraggi (come i molteplici passaggi tra operatori degli stessi crediti fiscali riconducibili ai vari bonus e super bonus su iniziative edilizie o di riqualificazione energetica). La diretta conseguenza nel medio termine – secondo la First Cisl – è quella di veder scendere il contributo dell’attività creditizia allo sviluppo del Pil della provincia di Roma (e del Lazio). Ne deriva che la scelta di concentrarsi sul comparto finanziario, più che riflettere le caratteristiche economiche locali specifiche, ne ha determinato il futuro orientamento, ossia il progressivo abbandono delle aree più periferiche dell’economia locale, con conseguente riduzione degli sportelli soprattutto nelle aree meno centrali della città e della provincia. Questo nonostante le eccellenze industriali presenti sul territorio”. Per First Cisl è necessario dotarsi di uno strumento utile per prevenire i fenomeni di desertificazione auspicando “la creazione di un Osservatorio economico partecipato dalle istituzioni capitoline, dalle banche, dalle associazioni delle imprese, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni, dei cittadini e dalle università per verificare le aree di miglioramento delle erogazioni dei crediti e degli investimenti”. Segnali preoccupanti per il segretario generale First Cisl Roma Rieti, Claudio Stroppa, per il quale “le banche stanno progressivamente spersonalizzando il loro rapporto con i clienti, aumentando le connessioni digitali a discapito delle relazioni umane. Il nostro territorio ha necessità adesso più che mai di avere una banca di prossimità fatta di persone pronte all’ascolto”. Sul tema della desertificazione della desertificazione bancaria si è espressa la segretaria generale First Cisl Lazio, Caterina Scavuzzo: “Il problema della perdita degli sportelli bancari, deve essere affrontato collettivamente, in quanto le criticità generate hanno un impatto su tutta l’economia della regione. Per questo la Cisl, insieme a Cgil e Uil, ha richiesto da tempo alla Regione Lazio l’apertura di un Osservatorio del Credito”.
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