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ASPETTANDO ROBIN HOOD

Mentre il Covid infuria, i padroni del “fossile” portano gas e petrolio alle stelle, gli strateghi della tensione minacciano i Giochi Olimpici con una nuova era di boicottaggi, i signori della guerra si spostano in Ucraina e in Etiopia per compensare i cali in Afghanistan e Medioriente, i trafficanti di umani scaraventano moltitudini di sventurati tra le onde del Mare Nostrum, i distruttori dell’ecosistema rinviano al 2050 la fine dell’Apocalisse ormai iniziata… Così, noi irriducibili romantici ottimisti cacciamo ritualmente a pedate l’anno orribile di turno, il 2021, nella speranza che il 2022 sia migliore e che finalmente qualcuno arrivi a salvarci, che inverta la dinamica in atto, che tolga alla minoranza dei ricchi predatori quel che vanno sottraendo alla povera mite maggioranza fatta dal resto degli umani, ma anche dal complessivo “creato”, che somma una infinità di esseri indifesi, rappresentanti della restante irripetibile vita animale e vegetale ormai allo stremo. E’ dunque con molto fair play, che penso si possa e si debba cambiare, non in nome di rivendicazioni di parte, ma in virtù della ragione, del bene comune imprescindibile, fatto di pace, inclusione, rispetto dei valori essenziali. Per questo, dovremmo dire basta con gli egoismi, le diseguaglianze, le ingiustizie e lo strame della natura, invocando altruismo, uguaglianza, vera giustizia, difesa della vita nel bello, senza se e senza ma. E tanto per capirci, chi governa l’Italia, l’Europa o il Mondo dovrebbe avere il coraggio di farlo, oppure di abbandonare gli scranni. Se da almeno settant’anni stiamo aspettando l’arrivo di Robin Hood ci sarà pure un motivo reale e non soltanto del fantasioso romantico ottimismo. I ricchi epuloni, i furbi e i criminali, che stanno finendo di spolpare la povera Gaia, dovrebbero essere corretti se non fermati, prima che poi. Dalle nostre parti, lungo l’Italico Stivale, dovrebbero essere superate discrepanze inaccettabili, come quelle di una corretta gestione del territorio in tutte le sue declinazioni, un giusto riequilibrio della società civile, con la dovuta responsabilità nei confronti dei bambini e degli anziani, oggi marginalizzati nel sistema Paese. Sprechi ed elusione dei problemi reali in nome e per via di una spugnosa burocrazia di comodo andrebbero radicalmente eliminati, mentre la Costituzione, che aspetta ancora una riforma che riguardi lo sport, recita in primis: ‘L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.” Appunto, quel lavoro che non mancherebbe nella sua sostanziale sicurezza, utilità e pure dignità, se valesse il principio del giusto compenso per il reale dovere compiuto, piuttosto che per quello ancora da compiere.
BUONA FINE E BUON PRINCIPIO A TUTTI!!!
Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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