Ieri, in una affollatissima conferenza, l’avvocato Ezio Bonanni e l’Osservatorio Nazionale Amianto hanno portato fino in campidoglio quelle sottili fibre che hanno fatto la fortuna dell’Eternit e la disgrazia di migliaia di vittime, nonché l’incubo della collettività cresciuta in strutture avvelenate nel ventesimo secolo ed ancora tali per la gran parte, mettendo a rischio di mesotelioma il nostro futuro, salvo azioni drastiche di risanamento.
Case, ospedali, stazioni e treni, navi o impianti sportivi…, tutto è stato tirato su per decenni con la magica formula all’amianto.
Adesso siamo di fronte al solito problema del coraggio di governare, della necessità di agire, finché si è in tempo.
Ad esempio e memoria perenne di come lo Stato, sino a pochi anni fa, abbia agito con negligenza su di una questione di così vitale importanza, ho voluto ricordare la brutale demolizione del Velodromo all’EUR, fatta nel 2009 con milleottocento cariche di tritolo e che con un colpo solo cancellò una parte gloriosa di Roma Olimpica e spedi un fungo all’amianto di proporzioni atomiche sul Quartiere Torrino e l’intera Città. Per quell’ episodio, di “pelosa” arroganza, a nulla valsero proteste e sospensioni. Adesso rimane da risarcire la salute dei cittadini e magari l’O.N.A. se ne occuperà…
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