Anzio, è stato presentato questa mattina a Villa Sarsina il libro: “Adele, Celeste e Giorgio”, tre storie di bambini a confronto che hanno vissuto gli anni della guerra, portando ai giorni nostri la loro preziosa testimonianza. Ad aprire l’incontro a cui hanno partecipato, gli studenti del Liceo Scientifico, del Liceo Linguistico e dell’Istituito Emanuela Loi, Paola Fumi dell’Associazione “La Tamerice” che ha usato parole di grande impatto emotivo:
“Il risultato del nostro progetto storico, racconta tre storie, di tre bambini di allora. Storie lontane per voi, di un altro millennio che appartengono al tempo dei vostri bisnonni e ci raccontano la storia di ognuno di noi, dandoci la possibilità di riflettere sul nostro passato. La memoria non è un cassetto, ma è un esercizio quotidiano e profondo che lega il presente con il passato. Il nostro progetto si chiama “Uguaglianza nella differenza”, dove parliamo di pregiudizio, iniziando proprio da quello ebraico. Non a caso abbiamo scelto il 16 ottobre, data in cui c’è stato il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma.”
A proseguire Francesca Rosati:
“Il 16 ottobre 1943, in queste ore avvicina il rastrellamento del ghetto di Roma. Immaginatevi oggi proiettati all’epoca. Tutti gli ebrei furono catturati, si è arrivati a questo in poco tempo con un manifesto degli scienziati razzisti, secondo il quale il popolo italiano è una razza pura .. gli ebrei no. Il ministero dell’Interno fece un censimento e prima dell’inizio della scuola fu stabilito che gli ebrei, non potessero più frequentare con gli ariani.” Poi si rivolge alle classi e chiede: “Quanti erano per voi gli ebrei a Roma?”
Una studentessa ha risposto: “Troppi”. Un’esclamazione ammonita da un adulto presente tra il pubblico.
A prendere la parola è la volta di Elvira Proia la giornalista de “Il Granchio” che racconta la sua esperienza con Adele Di Consiglio. Fu proprio Paola Fumi, a contattarla dicendole di aver trovato in un libro, dei nomi di deportati durante il nazifascismo e tra i quali c’era un certo Pacifico Di Consiglio nato ad Anzio. Così Elvira Proia, decide di scrivere un articolo per sapere chi lo avesse conosciuto e da lì trova Adele, di cui avrà una testimonianza diretta della sua incredibile storia. Adele era un adolescente, aveva 12 anni quando durante i rastrellamenti, hanno portato via suo padre che non ha mai più rivisto. Pacifico era suo zio ed è stato sterminato con parte della sua famiglia. Nonostante nel video portato nell’incontro, mentre parla di questi tragici avvenimenti con molta naturalezza, si avverte comunque un senso d’impotenza e rassegnazione ad aver subito gli orrori della storia sulla propria pelle. Adele meriterebbe la benemerenza della città di Anzio, ma su questo argomento è calata una cortina di silenzio, da parte delle istituzioni. Durante la presentazione, non c’è stato nessun membro dell’amministrazione presente, solo il consigliere di opposizione Luca Brignone.
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