Il consiglio comunale di Anzio è chiamato a deliberare, venerdì prossimo, sulla revoca di due delibere di 50 anni fa: numeri 46 e 165 del 1967. Sono quelle che riguardano – andiamo per sommi capi – il vincolo apposto al Paradiso sul Mare a fini scolastici.
La storia, sempre a grandi linee, è nota: i soldi per acquistare il palazzo in stile Liberty mai diventato casinò non c’erano e serviva un mutuo. La politica dell’epoca si rivolse all’allora ministro dell’istruzione, Malfatti, che trovò il modo di fare avere i soldi, ma per giustificare la concessione del finanziamento pretese che lì si mettesse una scuola. Detto e fatto, si scelse di aprire lì – in una sede prestigiosissima – l’alberghiero.
Ripeto, è una ricostruzione per sommi capi. Diciamo che se oggi abbiamo il palazzo disegnato da Cesare Bazzani – le cui architetture sono oggetto di studio ancora oggi e del quale possiamo vedere alla biblioteca nazionale di Firenze una struttura simile a quella che abbiamo ad Anzio – è per quella politica intuizione, trovata o stratagemma. Fate voi.
Ebbene già quando venne lanciata la campagna del Fai per salvaguardare un palazzo in abbandono – iniziativa meritoria – si pose il problema dell’intera ristrutturazione. Cosa che solo in minima parte poteva riguardare i fondi del Fai. Va ricordato anche che, nel corso degli anni, i rapporti con la scuola prima e la Provincia poi – oggi Città metropolitana, che ha competenza sugli istituti superiori – non sono mai stati idilliaci. Ci fu persino l’interruzione del Consiglio comunale da parte di un dirigente scolastico.
Il punto non è questo, bensì la revoca inserita all’ordine del giorno. Togliamo i vincoli, ma poi? Cosa si vuole fare di quel palazzo che solo per il fatto che Fellini ha girato “Amarcord” dovrebbe essere luogo da valorizzare? Cosa si vuole realizzare una volta tolti i vincoli lo sanno forse il sindaco e la sua maggioranza, magari anche qualcuno di quella “allargata” a De Angelis, e siamo curiosi di sentirlo venerdì.
Da tempo, però, è stata lanciata la proposta che è quella di #unaltracittà. Il Comune non ha i soldi per ristrutturare il Paradiso sul mare e poi per garantirne funzionamento e manutenzione. Come la politica degli anni ’60 trovò una soluzione, qui ne immaginiamo un’altra che porti quella struttura ai fasti che merita, consenta alla scuola – vincoli o meno – di avere ancora un “collegamento” con una sede prestigiosa, doti la città di un ristorante stellato.
Come? Mettendo il Paradiso sul Mare a patrimonio di una Fondazione già esistente e che si occupa di promozione culturale, chiedendo di avere in cambio la ristrutturazione dell’immobile, la creazione di un ristorante stellato nel quale far lavorare i ragazzi dell’alberghiero, quindi affidando la gestione per la realizzazione in quella sede di parte del programma svolto dalla Fondazione o la creazione di nuove iniziative e garantendo lo spazio per eventuali attività organizzate dal Comune e la partecipazione alla ripartizione degli utili.
C’è, ad esempio, Musica per Roma della quale qui si può scaricare la storia. Ha i bilanci in attivo da tempo, è la più vicina ad Anzio, ha al suo interno dall’Accademia di Santa Cecilia a Cinema per Roma.
Oppure c’è Ravello, che organizza un concerto all’alba atteso in tutto il mondo e qui potrebbe realizzarlo al tramonto, alla Villa Imperiale. Anche questa fondazione ha bilanci in attivo.
Oppure c’è chi troveremo disposto a farlo, partendo dalla qualità dell’offerta e dalla solidità dei bilanci, senza chiedere posti in consiglio d’amministrazione magari per qualche “trombato” della politica di casa nostra ma sapendo che una cosa che funziona ha ricadute anche occupazionali sulla città.
Ecco, mettere “a reddito” il Paradiso sul Mare e farne il volano del rilancio culturale di Anzio, questa è la proposta di #unaltracittà.
Luciano Bruschini, il suo alleato di ritorno Candido De Angelis, il centrodestra che da venti anni ha il mandato di governare Anzio, tolti i vincoli di 50 anni fa al Paradiso sul Mare cosa vogliono farne?
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