È stata eseguita nei giorni scorsi, dalla Polizia Locale di Anzio un’ordinanza di custodia cautelare coercitiva per lesioni gravi e violenza in famiglia.
L’indagine condotta dai Caschi Bianchi di Via del Faro diretti dal Comandante dr. Sergio Ierace, ha portato all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla persona offesa ed alla minore, emessa dal Tribunale di Velletri su richiesta della Procura della Repubblica di Velletri, nei confronti di un cinquantaseienne originario di Anzio, ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi reiterate nel tempo, consistiti in atteggiamenti aggressivi e minacciosi, con insulti e denigrazioni, azioni commesse sempre con conseguenti e violente percosse perpetrate alla donna, anche in presenza della figlia minore. Il provvedimento cautelare trae origine da una mirata indagine eseguita dalla Polizia Locale di Anzio che ha raccolto documenti e testimonianze sulle violenze perpetrate dal cinquantaseienne nei confronti della sua ex compagna sin dal novembre 2013 fino al giugno del 2019. Attività investigative coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, nel corso delle quali è stato possibile raccogliere indizi di colpevolezza a carico dell’uomo in danno della donna trentaseienne e della minore di 6 anni, scoprendo una catena interminabile di percosse, lesioni e maltrattamenti, tutti reati commessi in Anzio. L’attività investigativa è stata avviata a seguito dellultima grave aggressione subita dalla donna nello giugno scorso, a seguito della quale ha portato quest’ultima ad essere ricoverata nell’ospedale di Anzio, dove la Polizia Locale ha capito che non si trattasse di un’unica aggressione, ma di qualcosa che durava già da tempo.
Le dichiarazioni raccolte, rese da alcuni testimoni di ciò che era accaduto in questi sei anni, ha fatto emergere che la vittima nel corso del tempo ha ricevuto maltrattamenti, atteggiamenti denigratori violenti ed offensivi, nonché lesioni, alcune delle quali gravissime, perpetrate alla vittima con l’uso di oggetti contundenti anche metallici.
Tutti gli accertamenti sono stati documentati, non solo con referti medici ma anche con precise testimonianze.
La donna dopo l’ultimo atto lesivo, che ha dato inizio alle indagini, è stata condotta per la propria tutela, unitamente alla figlia minore, in un centro antiviolenza a propria tutela.
Un’attività complessa dal punto di vista procedurale, ma che è stata espletata nel migliore dei modi, consentendo alla donna e alla figlia spesso testimone delle aggressione di essere messe al sicuro. Un passo importante per la loro tutela.
Si auspica che la divulgazione di queste notizie serva a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza sulle donne, che sfocia sempre più spesso nel femminicidio. Occorre rompere la cortina del silenzio e denunciare.
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