La scorsa notte, i due uomini sono stati notati a piedi, con due grossi borsoni in tela tra le mani, all’altezza della stazione ferroviaria di Lavinio, dai militari che identificati come persone sospette, li hanno pedinati. Giunti nei pressi di Via di valle Schioia sono stati bloccati e poi perquisiti. Nei borsoni sono stati rinvenuti i 9 chili di bulbi e pasticche. Dalle prime analisi di laboratorio, i soli bulbi avrebbero fruttato quasi 500 dosi di sostanza stupefacente a base di morfina. La droga era suddivisa in 90 buste sigillate, di circa 100 grammi l’una, pronti per essere immessi sul mercato degli stupefacenti.
Il papavero da oppio, svuotato del liquido e dei semi, trattiene delle tracce di sostanza stupefacente. Una volta essiccata, ogni capsula – del peso di qualche grammo – contiene ancora una piccola dose di morfina, che può essere assunta masticando il bulbo, triturandolo e fumandolo, oppure preparando degli infusi. E’ una tipologia di droga che produce effetti simili a quelli della morfina e dell’eroina, ed è particolarmente in voga fra i cittadini extracomunitari, i quali spesso – per amplificarne gli effetti – assumono contemporaneamente anche le pasticche di “Spas-Primevon”.
Per i Carabinieri di Lavinio si tratta del secondo sequestro di bulbi di papavero. Lo scorso aprile, infatti, gli stessi militari avevano rinvenuto altri 25 kg di bulbi, analogamente confezionati e dunque pronti per essere smerciati.
Dopo l’arresto i due sono stati trasferiti nel carcere di Velletri, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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