Sono diversi gli elementi che non convincono della riforma. Uno dei problemi principali è quello legato alla nuova struttura del Senato. Il Senato non viene eliminato, i senatori non vengono eletti direttamente dai cittadini e dovranno coniugare il loro impegno di senatori con le altre cariche istituzionali per le quali sono stati eletti in precedenza (sindaci, consiglieri, etc.). La possibilità che le dinamiche clientelari vengano favorite è alta.
Del Senato vengono ridotte le funzioni, ma questo va a vantaggio di una Camera sempre più subalterna alle decisioni del Governo, alla cui azione vengono tolti molti contrappesi.
Inoltre, pur con lo snellimento delle funzioni del Senato, gli iter legislativi si moltiplicano e vanno contro ogni tipo di semplificazione.
La riforma costituzionale è fortemente legata alla nuova legge elettorale cosiddetta Italicum. Gli elementi fondamentali di questa legge elettorale (ampio premio di maggioranza concesso, voto bloccato ai capilista, ballottaggio senza soglia, etc.), uniti ai crescenti poteri forniti al Governo dalla riforma costituzionale, delineano delle prospettive preoccupanti.
Il Coordinamento si sta impegnando anche nella raccolta firme per i due quesiti referendari relativi all’Italicum, che propongono l’abolizione del voto bloccato ai capilista e le candidature plurime e l’abolizione del premio di maggioranza e il ballottaggio senza soglia.
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