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È strage di amianto anche in Friuli Venezia Giulia

Allarme patologie asbesto correlate anche in Friuli Venezia Giulia

A darne notizia: ONA Osservatorio Nazionale Amianto (Presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni) e d AEA FVG (Associazione Esposti Amianto).

Le due storiche associazioni che da anni combattono accanto alle vittime amianto al fine di tutelare i loro diritti, stanno formulando un protocollo d’intesa al fine di potenziare l’azione informativa sull’esposizione all’amianto e sensibilizzare le Istituzioni territoriali.

Stando alle stime (al ribasso), a causa della lunga latenza tra l’inalazione delle fibre e la comparsa delle patologie croniche e tumorali asbesto correlate, il picco delle morti d’amianto è previsto nel 2025, quindi è necessario che nei prossimi anni l’attenzione al fenomeno sia massima, sia dal punto di vista sanitario sia ambientale, così da salvare il maggior numero di vite possibile.

Amianto in Friuli Venezia Giulia

L’amianto è da considerarsi un’emergenza per il Friuli Venezia Giulia e purtroppo l’incidenza del mesotelioma e di altre patologie asbesto correlate è particolarmente elevata ed estesa, sia tra i lavoratori impegnati nella costruzione navale e nel settore edile, sia tra i loro familiari e la popolazione in generale.

È purtroppo noto che il Friuli Venezia Giulia e in particolare i territori dell’Isontino, della Bassa Friulana e della provincia di Trieste hanno infatti pagato il prezzo più alto in termini di perdita di vite umane a causa delle malattie correlate all’amianto.

La massiccia presenza sul territorio friulano di coperture, reti acquedottistiche e di innumerevoli altri manufatti costituiti da materiali contenenti amianto, risale agli anni del boom edilizio iniziato in Italia durante gli anni ’60-’70 e protrattosi fino agli anni ’80, epoca in cui questi materiali furono impiegati in tutti i settori produttivi per via delle ottime caratteristiche tecnologiche garantite dalle fibre di amianto unite a un basso costo di commercializzazione.

Già a partire dagli anni ’80 in Friuli Venezia Giulia le strutture del Servizio Sanitario Regionale (SSR) condussero numerosi lavori di censimento di materiali contenenti amianto e vennero effettuate le mappature delle coperture in cemento amianto.

Fu solo nel 1992, con la Legge n. 257, che Stato Italiano mise al bando l’importazione, l’esportazione e la commercializzazione dei materiali contenenti amianto, ma ormai il danno era stato fatto.

Un gemellaggio altamente necessario

Fondamentale dunque realizzare il gemellaggio sinergico fra le le due Associazioni e le direzioni Energia e ambiente e Salute, che in Convegno chiederanno la quantificazione e qualificazione dell’amianto in opera attraverso una dettagliata mappatura delle strutture ed il monitoraggio anche attraverso la misura dei livelli di concentrazione, al fine di avviare quanto prima concrete azioni di sostegno all’eliminazione dell’amianto.

Il dramma degli esposti

Quella per il riconoscimento del dramma degli esposti all’amianto è una battaglia di civiltà alla quale la Regione deve partecipare in maniera decisa, in modo che quanto è accaduto ieri non si ripeta domani, anche in sede legale, al fianco delle vittime di questo dramma che, a causa di alcuni ritardi nelle scelte istituzionali del passato, è stato identificato e riconosciuto troppo tardi.

Il ruolo nevralgico di Santina Pasutto

In trincea per dare sostegno delle vittime è la signora Santina Pasutto, moglie della vittima di amianto, Roberto Persich, nonché membro del Consiglio Direttivo dell’AEA FVG

La donna “coraggio” ha collaborato a lungo con l’avvocato Corrado Calacione (ufficio legale Kostoris) e con l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente ONA,

offrendo grande supporto durante i processi. Inoltre quando è iniziato il suo calvario, garantisce totale appoggio ai familiari delle vittime in Friuli.

Oggi raccogliamo la sua testimonianza.

Il caso ”Roberto Persich”

Roberto (morto a soli 46 anni) ha respirato amianto per anni durante lo svolgimento delle sue mansioni lavorative presso il Comune di Trieste.

L’uomo aveva fatto il meccanico manutentore dei mezzi della nettezza urbana nell’officina di via Orsera dal 1989 al 1996. Aveva sostituito freni, riparato frizioni e montato tubo di scarico, contenenti fibre di amianto, senza avere mai indossato una mascherina.

Dopo un lungo calvario, tre operazioni chirurgiche e cure chemio radio attive, l’uomo purtroppo è deceduto nell’agosto del 2008 a causa del maledetto mesotelioma, una forma particolare di tumore che può insorgere solo a contatto di asbesto e polveri sottili.

A darne prova fu l’autopsia effettuata sul corpo di Roberto, su richiesta del legale, la quale confermava che la morte era stata causata dalla lunga esposizione alle fibre di amianto.

Una “donna coraggio”

La Signora Santina Pasutto, che attualmente collabora per aiutare le vittime amianto, ha scritto persino due libri per raccontare la sua terribile vicenda“Lottare per la vita” “Amianto, oggi va meglio”.

Santina, a causa delle tensioni e dei continui dispiaceri, causati dal dover continuamente provare la malattia e la sofferenza del marito, è stata pure ricoverata.

Anche i figli hanno risentito del grande dolore, eppure inizialmente le risposte dalla giustizia tardavano ad arrivare, fino a quando non è arrivata una storica sentenza.

Facciamo un passo indietro

Inizialmente la Procura di Trieste aveva chiesto l’archiviazione del caso, per la quale si era opposto fermamente l’avv. Bonanni.

Dopo una serie di iniziative organizzate da Santina, con Aurelio Pischianz presidente dell’ Aea Fvg e continue battaglie giudiziarie, finì alle sbarre il dirigente del Comune di Trieste (nel corso del processo anche il dirigente  era deceduto).

In seguito la staffetta passò al Giudice Civile e il Tribunale di Trieste giudice del lavoro Dott.ssa Silvia Burelli, emise la sentenza n. 208/2015 del 16/11/2015, con la quale condannava il Comune al risarcimento di tutti i danni subiti dalla vittima.

Risarcimento milionario

Oltre un milione di euro la cifra di risarcimento chiesto al Comune per pagare alla moglie e ai figli di Roberto Persich

La sentenza aveva infatti imposto al Comune di corrispondere agli eredi il 60 per cento del risarcimento, pari, tenendo conto di interessi e rivalutazione, a un milione di euro.

Il Comune – difeso dall’avvocato Pierpaolo Safret – era stato anche condannato a versare all’Inail (Istituto nazionale previdenza infortuni sul lavoro) l’importo di 297mila euro.

«Per una volta la giustizia ha trionfato. Ora Roberto ci guarda dall’alto» aveva commentato l’avv. Ezio Bonanni.

Oggi la vittoria ha un sapore ancora più dolce visto che il Comune di Trieste, condannato al risarcimento dei danni, si era accanito contro tutta la sua famiglia, anziché aiutarla come si conviene in un Paese Civile, dopo averne determinato la morte.

A tal riguardo l’avvocato Ezio Bonanni, presidente ONA, tra i protagonisti della vittoria giudiziaria aveva affermato: “Roberto è un Ulisse dei tempi moderni. La sua odissea è stata la battaglia contro l’amianto. È morto nella notte tra il 31 luglio e 1 agosto del 2008. Ucciso dall’amianto e dal mesotelioma, e anche dalle condotte criminali di chi lo ha esposto a polveri e fibre di amianto. Il giudizio penale è stato interrotto per la morte del reo dopo che sono state tentate delle archiviazioni, alle quali ci siamo opposti, con l’avv. Alberto Kostoris. Infine il Tribunale di Trieste ha condannato il Comune di Trieste al risarcimento dei danni in favore dei famigliari. La cifra morale di Roberto è costituita dal suo impegno per ottenere giustizia e per evitare il rischio amianto per le future generazioni. Roberto vivrà per sempre per la sua forza per lottare contro il mesotelioma e per il messaggio di speranza, libertà e giustizia che egli ha lasciato ai posteri”.

Signora Santina, appare chiaro che nel corso di questi anni, lei non abbia avuto un adeguato supporto nemmeno dall’amministrazione comunale o dalle Istituzioni. Da cosa è dipeso secondo lei?

I processi vanno a rilento e cercano di bloccarli perché c’è molta omertà. La parola “amianto” fa paura a Trieste e non si parla serenamente dell’argomento, anche se a mio parere si dovrebbe fare più luce . Ho cercato di parlare durante i convegni e aprire uno spiraglio anche all’interno delle scuole superiori, senza fare “terrorismo”, in totale serenità, perché la fibra killer ci sarà ancora per molto tempo. Purtroppo la risposta più frequente è “finché il problema non mi tocca…”

Eppure, nessuno può mettere un ipotesa sul suo futuro, non si sa mai a chi può capitare una tragedia simile. È questo che vorrei far capire alle persone. Del resto Trieste è ancora piena di amianto e la fibra, soprattutto per via della bora, si disperde, facendo sì che tutti la respirino indistintamente.

Cosa è successo al suo ingresso in Commissione amianto?

Dopo la mia entrata in Commissione amianto e dopo tante estenuanti battaglie, siamo riusciti a far ottenere, agli iscritti  del “registro malati amianto” (ed anche ai loro familiari), un tesserino attraverso il quale, chi si è esposto alla fibra ha diritto ad accedere a visite di controllo gratuite, recandosi presso gli uffici della medicina del lavoro di competenza. Ciò mi rende particolarmente orgogliosa.

Chi interverrà in Convegno?

Oltre a ONA e AEA FVG abbiamo invitato alcuni esponenti illustri della medicina del lavoro, approfittando del fatto che a Trieste si terrà una tre giorni delle malattie professionali. Sopratutto mi preme approfondire con una nota dottoressa  ciò che accade in tema amianto a livello mondiale. Ci saranno inoltre dei consulenti di grande spicco. Insomma un po’ di musica bella la vorrò fare!”

Che messaggio vuole lanciare ai familiari di chi è morto a causa della fibra killer ?

Voglio incitarli a dare sempre rilievo ad eventi come questi, in memoria dei nostri cari che hanno lasciato la pelle per dare pane e cibo alla loro famiglia.

Speranze?

Io le ho! Spero sopratutto che in un prossimo futuro ci vengano speranze di vita anche dal campo della ricerca e dalla medicina. Lottando insieme qualcosa di fa

e la speranza non deve morire mai!

Auguro dunque a tutte le famiglie colpite dalla tragedia amianto di avere grinta e coraggio, di non mollare mai e portare giustizia a chi ha perso un familiare.

Conclusioni. La vedova ringrazia l’avvocato Bonanni

“I MIEI RINGRAZIAMENTI di cuore vanno al nostro AVV. EZIO BONANNI, persona meravigliosa di grande cuore e sensibilità, che con grande coraggio affronta le insidie della GIUSTIZIA per dare ai nostri cari il giusto valore e onore quali si meritano. Affronta con noi il sentiero della disperazione, nel suo limite ci consola, ci sperona a non disperare, LOTTA in un territorio con tante insidie e cavilli legali, per dare un senso alla nostra più grande sofferenza la perdita di un marito come il mio a 46 anni di un padre un nonno o qualsiasi altro caro.

Definire un cavaliere con la spada il nostro AVV. BONANNI, e la reale visione delle cose lui va a spada tratta, non si limita ma agisce, sta dalla parte della verità, quella che si vorrebbe nascondere, non far venire alla luce, perché per molti scomoda.

Ma la dobbiamo ai nostri morti, ai nostri cari al mio AMORE ROBERTO.

AVV. BONANNI GRAZIE DI CUORE PER ESSERE IL NOSTRO ALLEATO IN QUESTA BATTAGLIA PER LA GIUSTIZIA, GRAZIE ANCHE PER I NOSTRI CARI CHE NON POSSONO LOTTARE CON NOI MA DALL’ALTO DEI CIELI CI AIUTANO CON IL LORO AMORE, RICORDO E SOSTEGNO.

LOTTERO’ AL SUO FIANCO PER I NOSTRI MORTI DI AMIANTO”.

Dott.ssa Simona Mazza

Osservatorio Nazionale Amianto

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