“Negli ultimi decenni, il Mar mediterraneo ha iniziato a trasformarsi sempre più velocemente in un mare dalle caratteristiche tropicali. Questo cambiamento apparentemente affascinante, nasconde in realtà numerose insidie per l’ecosistema e le attività umane che dipendono da questo mare. L’aumento delle temperature medie, dovute in particolare al mutamento climatico stanno, infatti, sconvolgendo l’equilibrio naturale di una delle acque più importanti e rilevanti del pianeta. Uno degli effetti più visibili della tropicalizzazione del Mediterraneo è – ad esempio – l’invasione di specie aliene, che sta impattando in modo significativo sugli ecosistemi marini, alterando i cicli biologici delle specie autoctone e favorendo l’esposizione di specie tropicali provenienti dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano. Senza considerare una altra conseguenza collegata al riscaldamento globale ossia l’acidificazione del Mediterraneo, che ha effetti devastanti sugli organismi marini che dipendono dal carbonato di calcio per formare le loro conchiglie e scheletri, come coralli, molluschi e alcuni tipi di plancton. La perdita di queste specie fondamentali può causare un effetto a catena, compromettendo l’intera rete ecologica del mare nostrum. C’è poi la questione di carattere economico e produttivo, in particolare nel settore della pesca visto e considerato che la tropicalizzazione può portare ad un impoverimento delle risorse ittiche tradizionalmente sfruttate, come il tonno rosso o le sardine, con gravi conseguenze economiche per le comunità che vivono di pesca. Anche l’acquacoltura è a rischio, poiché l’aumento delle temperature e la proliferazione di alghe tropicali possono danneggiare le infrastrutture e compromettere la qualità dell’acqua. Cosa fare dunque per contrastare questi fenomeni negativi? In primis, serve una risposta coordinata a livello internazionale. E’ fondamentale ridurre le emissioni di gas serra per limitare l’aumento delle temperature e attuare politiche efficaci di gestione delle specie invasive. In tal senso, la creazione di aree marine protette e l’adozione di tecniche di pesca sostenibili possono aiutare a preservare la biodiversità e mitigare gli effetti della tropicalizzazione. Al contempo, la ricerca scientifica può svolgere un ruolo cruciale nel monitorare i cambiamenti in atto e nel proporre soluzioni innovative. Insomma, sono necessari interventi concreti e fattivi per tutelare il Mediterraneo contro questa trasformazione ambientale, che rappresenta una minaccia per l’equilibrio ecologico, economico e sociale delle comunità che da millenni vivono in simbiosi con questo mare”.
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