Non concedere la proroga dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l’impianto di incenerimento di Roncigliano e “scongiurare definitivamente la costruzione di un impianto dai discutibili benefici, sia ambientali che economici” investendo invece “sulla raccolta differenziata, sul riciclo, sul riuso e sulla minor produzione di rifiuti, politiche ambientali di gran lunga più salutari della combustione”. E’ quanto chiedono i sindaci di Ardea, Genzano di Roma, Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Lanuvio, Marino, Nemi, Rocca di Papa al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore alle Politiche del Territorio, Michele Civita. “Il prossimo 9 settembre il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a votare il decreto del Ministro dell’Ambiente n. 3423 del 29 luglio 2015 collegato alla cosiddetta legge ‘Sblocca Italia’: come saprete il nuovo decreto inserisce l’inceneritore di Albano nell’elenco degli impianti di incenerimento autorizzati e in esercizio, come parte integrante dell’impiantistica da mettere in funzione nel Lazio insieme alle due linee di Malagrotta e a quella di San Vittore – scrivono in una lettera – Ci appelliamo a lei, signor presidente – dicono i sindaci a Zingaretti – perché crediamo sia ancora possibile fermare la costruzione di questo impianto: un impianto per nulla ‘strategico’ visti i risultati che la raccolta differenziata sta portando su gran parte del territorio dei Castelli Romani; un impianto che produce energia tutt’altro che ‘verde’ e che utilizzerà oltre al Css (combustibile ottenuto da materiali riciclabili come plastica, carta, legno, fibre tessili) anche delle tipologie di rifiuti speciali combustibili, come ad esempio rifiuti pericolosi di provenienza ospedaliera; un impianto inquinante ad alta emissione di diossine e furani, sostanze considerate molto pericolose per la salute e per l’ambiente, in un sito, Roncigliano, già altamente compromesso, come confermato dagli accertamenti effettuati nel corso degli anni da Arpa e dagli studi epidemiologici di Eras Lazio”. “Per questi motivi – scrivono ancora i sindaci – per tutelare il territorio dei Comuni dei Castelli Romani e la salute dei suoi cittadini, oggi siamo a ribadire con forza la nostra contrarietà a questo impianto, che verrà discusso in prima battuta il 9 settembre, in vista del parere definitivo che sarà chiamata ad esprimere la Conferenza Stato-Regioni nella prima seduta utile. Sappiamo bene però che per l’impianto di Roncigliano l’ultima parola spetterà alla Regione Lazio perché l’Aia, firmata ad agosto 2009 e poi prorogata nel gennaio 2013, scadrà il prossimo 22 novembre e la Regione Lazio dovrà decidere se accordare o meno l’autorizzazione”.
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