Il Sistema Italia deve fare squadra e deve avere molto fair play per vincere la sfida con gli altri paesi e contribuire allo sviluppo del calcio in Cina. Questo il messaggio di sintesi uscito dalla attesa e corposa Conferenza promossa dal Comitato Nazionale Italiano Fair Play , organizzata da ItalBrand di concerto con RomaExpo e China World Footbal Expo, svoltasi per l’intera giornata di ieri nella Sala Polifunzionale di Palazzo Chigi, con il Patrocinio e la collaborazione della stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri. La Conferenza, con il contributo di oltre quaranta relazioni e interventi , ha rappresentato le peculiarità simboliche e sostanziali che saranno proprie del Padiglione Italia a Pechino, dal 30 di novembre al 2 di dicembre prossimi ed è stata aperta da un significativo discorso del Segretario Generale della PCM, Roberto Chieppa, che ha ricordato l’interesse e l’impegno del nostro Governo nel rinsaldare i rapporti economici e politici fra Italia e Cina, dal Presidente del CNIFP, Ruggero Alcanterini , dal Direttore di ItalBrand, Stefano Rolando e dal Coordinatore Internazionale della CWFE, Armando Soldaini, forte del recente accordo con China Media Group, rappresentato dal direttore di CINITALIA, Giovanni Cubeddu, che hanno introdotto in chiave storica, culturale , etica ed operativa i molteplici argomenti e le forti motivazioni a sostegno di una significativa presenza italiana nella seconda edizione della Expo e quindi nella epocale intrapresa, che nei prossimi anni avrà per protagonista il calcio, come motore di sviluppo economico e sociale nella Repubblica Popolare Cinese. Molte ore più tardi, a pomeriggio inoltrato, dopo gli ultimi contributi di Elena Rossi per l’ENIT e Francesco Tilli per la SACE/SIMEST, Antonino La Spina, Direttore dell’Ufficio Marketing dell’Istituto del Commercio Estero, ha concluso i lavori, affermando: “C’è molta più Italia in Cina di quel che si racconta, ma spesso i nostri progetti sono realizzati da altri, perché non riusciamo a far viaggiare insieme pubblico e privato”. Su questo e sulla necessità di non polverizzare e vanificare le preziose risorse scaturenti dalle nostre diversità territoriali, si è espresso il Direttore Generale della PCM per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Tufarelli, confortato dalle considerazioni dei rappresentanti di Friuli e Sicilia, Sergio Emidio Bini e Sandro Pappalardo, nonché dell’ Osservatorio Interregionale Cooperazione e Sviluppo, Mario Gay. “Occorre perciò – ha poi sottolineato Antonello De Riu, Consigliere del Ministero degli Esteri – una cabina di regia, che promuova e organizzi le iniziative per far crescere l’industria del calcio cinese”. La Cina è vicina, anzi sempre più vicina al mondo del calcio e chiede all’Occidente know-how, tecnologie, ingegneria e capacità di costruire squadre di alto livello. “L’Italia, dunque, deve essere presente come sistema-Paese, ma anche aperta all’interscambio di tecnologie e innovazione, sulla base delle diverse esperienze e in particolare per il sistema digitale e dei pagamenti che sono alla base della efficienza e della sicurezza” …ha affermato poi il Presidente di APSP, organizzazione che associa le imprese del pagamento elettronico, Maurizio Pimpinella. “L’Expo – ha detto Laura Mazza, vertice di FederFormazione – deve essere un punto di partenza e non di arrivo, un campo di prova per il successo del partenariato pubblico/privato”. Il calcio in Cina sta diventando una vera e propria industria: 160 milioni di praticanti, quasi mezzo miliardo di persone che si dicono interessate al calcio, con le famiglie che hanno quasi raddoppiato, negli ultimi cinque anni, le spese per “attività ricreative. Questi sono alcuni dei dati sui quali si sono basate la relazioni di Tommaso Nastasi, Partner di DELOITTE e di Enzo Peruffo, Direttore Esecutivo Education Open della Università Luiss , che hanno parlato delle opportunità di business in Cina per i club europei e di quelle della formazione per il management . Basti pensare alle così dette FootBall Town, centri commerciali e sportivi che stanno crescendo a vista d’occhio (96 realizzate ad oggi, 150 entro due anni…) segno del dilagante interesse cinese per il calcio. Andrea Canapa, della Fondazione Italia-Cina, ha sottolineato il vero e proprio boom delle scuole calcio: 20.000 oggi, 50.000 programmate entro il 2025 e fautrici di interscambi di cultura formativa ed eventi. Non più un Paese a caccia di stelle del calcio internazionali, bensì sempre più impegnato a crearne di proprie: un freno agli acquisti e più investimenti nel settore giovanile. Su queste tematiche molto legate al futuro del calcio e alla fortuna dei team nazionali e di club hanno detto la loro Claudio Pasqualin e Francesco Campana, presidente e segretario generale degli avvocati procuratori del calcio italico e non solo. Di qui l’importanza di un contributo anche italiano per la realizzazione di impianti, ma anche per la formazione di allenatori e manager, temi toccati da Giuseppe Righini dell’AIAC e dall’antropologo dell’Università di Firenze, Gennaro Testa, tra gli artefici delle fortune calcistiche in quel di Coverciano negli anni novanta. Infine, non ultimo ma fondamentale, il contributo accademico sulle scienze motorie, sull’impiantistica e l’urbanistica, da parte del Rettore dell’Università del Foro Italico, Fabio Pigozzi e del coordinatore della Facoltà dedicata, alla Sapienza, Maurizio Pietrangeli, con la sapiente conduzione di Massimo Clerici e Michele Marino, altro strategico dirigente generale della PCM, che ha introdotto il tema della socialità e del ruolo anche innovativo dei club con don Mino Gritti, dei Centri Salesiani e Mario Passetti del Cagliari Calcio. Tutto questo e tanto altro, alla Conferenza di ieri a Palazzo Chigi, brillantemente messa a punto dal coordinatore di ItalBrand, Sergio Miotto, come anticipazione della grande straordinaria vetrina ché sarà il Padiglione Italia alla prossima seconda CWFE di Pechino.