Il 338% di rifiuti in più in soli 11 anni, tra il 2012 ed il 2023. Come riporta oggi il quotidiano online DALLA PLATEA, la Ecosystem di Pomezia è riuscita ad aumentare, in breve tempo, la quantità di rifiuti ammessi nello stabilimento situato in via della Solfarata, a ridosso di una Riserva Naturale. Quantità passata dalle 130mila tonnellate annue del 2012 (autorizzazione firmata dal dottor Guido Magrini) alle 191mila tonnellate annue del 2015 (autorizzazione firmata dall’architetto Manuela Manetti). Poi, infine, alle 440mila tonnellate annue del 2023 (autorizzazione firmata dal dottor Vito Consoli). Nello stesso arco di tempo la Ecosystem di Pomezia è riuscita anche a trasformarsi da ‘semplice’ deposito preliminare di rifiuti in un impianto TM, nel 2015 (responsabile architetto Manuela Manetti). Poi, addirittura, in un impianto TMB nel 2023 (autorizzazione dottor Vito Consoli).
Ma, certo, la prima grande crescita vi è stata proprio tra il 2012 e in 2015, in soli 3 anni. L’autorizzazione che ha dato il via alle attività dell’impianto Ecosytem di Pomezia risale al 31 gennaio 2012. All’epoca, la Regione Lazio era guidata da Renata Polverini (aprile 2010- marzo 2013). Questa prima autorizzazione ha subito una serie di rimaneggiamenti già a partire da settembre 2012. Il più rilevante, però, ha avuto luogo a marzo 2015, grazie al via libera della prima Giunta Zingaretti (marzo 2013-marzo 2018). L’Ufficio Rifiuti Lazio era stato appena stravolto dall’arresto dell’ex responsabile Luca Fegatelli, avvenuto a gennaio 2014. Al suo posto, nell’Ufficio Rifiuti Lazio, si era appena insediata l’architetto Manuela Manetti, come ‘reggente temporanea’. Proprio lei, a marzo 2015, ha concesso alla Ecosystem di Pomezia la facoltà di aumentare la quantità di rifiuti in ingresso da 130mila a 190mila tonnellate.
Ma non solo. La stessa Manetti ha concesso alla Ecosystem, con la stessa autorizzazione, anche la possibilità di attivare un impianto di Trattamento Meccanico dei rifiuti. Oltre alla facoltà di poter ricevere 35 nuove categorie di spazzatura in più, rispetto a soli tre anni prima: 8 categorie di rifiuti non pericolosi e 27 di rifiuti pericolosi.
Alla Ecosystem è stato anche permesso, sempre a marzo 2015, sempre dall’architetto Manetti, di implementare “le attività svolte nella linea di lavorazione – così si legge tra le carte – attraverso la realizzazione di nuove linee gestione (triturazione, vagliatura, cernita manuale e raffinazione) funzionali alla preparazione di combustibile solido secondario CSS”.
Il collaudo dei lavori alla Ecosystem di Pomezia si è concluso tra febbraio e maggio 2016 (controfirmato da due tecnici, Andrea Rovatti e Carlo Cecconi. Poco dopo, il 30 giugno 2016, l’impianto TMB – Trattamento Meccanico Biologico, attivo all’interno della vicina discarica di Albano Laziale, è stato devastato da un clamoroso incendio dai contorni mai chiariti. Un incendio che ha avuto luogo proprio mentre il Gruppo industriale ricondicibile a Manlio Cerroni, monopolista del settore dei rifiuti di Roma e proprietario del sito, era pressato da inchieste e processi giudiziari, iniziati a inizio 2014.
Di fatto, la Ecosystem ha ‘fagocitato’ così tutti gli ex clienti storici di Manlio Cerroni, almeno in termini di rifiuti trattati. Parliamo dei 10 comuni clienti della discarica di Albano (dentro cui era attivo l’impianto TMB-di Trattamento Meccanico Biologico) di Manlio Cerroni, 8 ai Castelli Romani (Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi e Rocca di Papa), più Ardea e Pomezia, tutti rimasti senza ‘sbocco’. Comuni che conferivano all’impianto TMB di Albano 182mila tonnellate annue di rifiuti.
Dopo il clamoroso incendio della discarica di Albano di giugno 2016 nessuno si è preoccupato o spaventato, ai piani alti della Regione Lazio. Visto che con via libera della prima Giunta Zingaretti e dell’architetto Manuela Manetti, da appena un mese era stato collaudato l’impianto TM-Trattamento Biologico di Pomezia Ecosystem da 191mila tonnnellate di rifiuti.
I politici e i tecnici della Regione Lazio, che di solito capisco tutto sia male che tardi, specie nel campo dei rifiuti, hanno avuto evidentemente la strana pre-veggenza di capire che, presto, in quella zona di Roma sud, vi sarebbe stata la necessità di un nuovo impianto TM-Trattamento Meccanico, tra l’altro proprio da quella portata.
La Regione con Zingaretti e Manetti ha deciso di ‘sposare’ la tesi politico-industriale per cui vi fosse necessità di un nuovo impianto TM-Trattamento Meccanico. Anche se i TM-Trattamento Meccanico sono fuorilegge, perché non in grado di trattare adeguatamente i rifiuti. Eppure, da quel momento, questo genere di impianti ha iniziato ad ‘invadere’ il mercato dei rifiuti. Le domande sorgono spontanee: chi l’ha deciso? E perché? Seguirà ulteriore articolo (FONTE DALLA PLATEA).
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