Anzio tra storia ed archeologia: sabato 16 novembre alle 16.00, nella Sala Consiliare di Villa Corsini Sarsina, la giornata di studio e la presentazione del libro “L’Arredo Scultoreo delle Ville di Antium”, di Giuseppina Alessandra Cellini. Interverranno il Soprintendente Eichberg, il Sindaco De Angelis e l’Assessore Nolfi
“L’arredo scultoreo delle Ville di Antium”, è il titolo del libro di Giuseppina Alessandra Cellini, che sarà presentato ad Anzio, nella Sala Consiliare di Villa Corsini Sarsina, sabato 16 novembre alle ore 16.00, in un’importante giornata di studio, alla presenza del Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, Margherita Eichberg, del Sindaco di Anzio, Candido De Angelis e dell’Assessore alla Cultura e Politica della Scuola, Laura Nolfi
All’evento culturale, moderato dal Dirigente del Comune di Anzio, Angela Santaniello, interverranno Eugenio Lanzillotta dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Elena Calandra della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Elena Ghisellini dell’Università degli Studi di Roma Tor Vegata, Gemma Carafa Jacobini Archeologo SABAP-RM-MET e l’autore del libro, Giuseppina Alessandra Cellini.
“Ringraziamo la Soprintendenza Archeologica e la dott.ssa Eichberg, – afferma il Sindaco, Candido De Angelis – per la costante presenza sul nostro territorio e per la positiva collaborazione finalizzata alla valorizzazione del nostro patrimonio archeologico e della gloriosa storia di Anzio”.
“Nel territorio dell’antica Antium – riporta la pubblicazione <L’Arredo Scultoreo delle Ville di Antium> – sono venuti alla luce esemplari scultorei di notevole pregio di cui era scarsamente noto il contesto archeologico di riferimento e che non erano stati finora raccolti in un corpus. Viene qui presentato un catalogo degli esemplari attualmente conservati in raccolte pubbliche o private in Italia e all’estero, di quelli dispersi sul mercato antiquario, dei pochissimi ancora in loco e di quelli attribuiti al territorio senza argomentazioni fondate. Il compito non è stato facile perché si è verificata una dispersione capillare delle sculture, talvolta attraverso percorsi non autorizzati e trasparenti e perciò difficili da ricostruire. Sono state utilizzate varie tipologie di fonti: storico-letterarie, epigrafiche, antiquarie, archivistiche, grafiche e inoltre cataloghi di musei e di case d’asta. Da una collazione tra le varie fonti è emerso che non tutti i materiali scultorei provengono dalla Villa Imperiale, come si suppone di solito, ma anche da altri contesti, e cioè dalle numerose ville presenti nel territorio, e, in qualche caso, da aree pubbliche, che si auspica vengano in futuro esplorate”.
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