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Acqua e dolore: bere aiuta nella tolleranza

Bere poco influisce negativamente sulla percezione del dolore: studi scientifici condotti da un gruppo di ricercatori neozelandesi dell’Università di Massey lo confermano. Bere circa 8 bicchieri al giorno è alla base del benessere di tutto l’organismo. La scoperta è stata confermata effettuando su un gruppo di volontari per due volte (idratati VS disidratati) il cossidetto Cold Pressure Test – test dello stimolo del freddo – che consiste nel sottoporre i partecipanti alla pressione fredda sui piedi finché il dolore non diventa intollerabile. Il professor Umberto Solimene dell’Osservatorio Sanpellegrino spiega il perché.

“Il Cold Press Test provoca uno stress termico sull’organismo innescando un aumento della pressione sanguigna –  spiega il professor Umberto Solimene dell’Università degli Studi di Milano, membro dell’Osservatorio Sanpellegrino, Presidente FEMTEC, Federazione Mondiale del Termalismo –  Durante il test il corpo risponde allo stimolo attraverso la regolazione della temperatura corporea. Nel caso di un organismo ben idratato il sistema di termoregolazione è più efficiente, e attraverso la stimolazione del sistema nervoso simpatico e l’aumento della produzione di endorfine – che provoca un effetto analgesico – riesce ad adattarsi più facilmente alle nuove condizioni ambientali. Per questo motivo mantenere il proprio corpo correttamente idratato aiuta a non aumentare la percezione del dolore”.

 

I risultati di questi studi confermano che l’idratazione è fondamentale per il benessere del nostro organismo a 360°. A maggior ragione in inverno, quando con il freddo è facile dimenticarsi di bere. Su questo delicato aspetto, è importante sensibilizzare in modo particolare le persone anziane che anche in inverno vengono spesso colpite da disidratazione perché in aggiunta al “fattore freddo”  in generale non percepiscono in maniera decisa lo stimolo della sete. La stessa attenzione, alla luce dei risultati dello studio, che dovrebbero prestare coloro che soffrono di malattie croniche. “In un contesto come quello odierno, – conclude il professor Solimene – in cui l’aspettativa di vita e d’invecchiamento della popolazione si allunga; aumentano, di conseguenza, anche le malattie croniche. Circa un quinto della popolazione italiana soffre quotidianamente di dolore cronico causato per esempio da malattie osteoarticolari, influenzando in tal modo la qualità della vita e i costi della assistenza sanitaria. Diventa, dunque, necessario associare ad una buona alimentazione anche una corretta idratazione per evitare di aumentare la percezione del dolore che in questi casi è già alta”.

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