Di Ruggero Alcanterini
In un momento come questo risulta difficile parlare di sport o di altro, che assume comunque connotazione effimera. Qualcuno afferma che non bisogna lasciarsi intimidire. Ci mancherebbe altro, piuttosto, penso io, perchè ostinarsi a constatare i fatti delittuosi, a contarne le vittime e a ricercare gli esecutori, quando occorrerebbe un’analisi molto più attenta e profonda per capire chi è il vero burattinaio. A qualcuno interessa che i conflitti e l’uso delle armi non abbiano mai termine. C’è una grande industria dell’offesa collegata a quella della riparazione, che non può sospendere la produzione e la vendita, piuttosto che la fornitura di assistenza e servizi. Si va avanti alla grande sin dalla Prima Guerra Mondiale, poi con la Seconda e dopo , visto che la Terza tardava, la si è surrogata in tanti spezzoni diffusi ad arte. I danni di questa strategia sono immani e irreversibili, quindi tanto varrebbe pagarne alla fonte il prezzo, saldarne preventivamente il conto con i dispensatori di morte, salvo rendere disoccupati migliaia di personaggi che non avrebbero più ragion d’essere, se la pace fosse la regola e non l’eccezione.
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